Sampdoria-Napoli, Anguissa è super:
Rrahmani e Koulibaly insuperabili

Sampdoria-Napoli, Anguissa è super: Rrahmani e Koulibaly insuperabili
di Pino Taormina
Venerdì 24 Settembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:36
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Inviato a Genova 

Il calcio, spesso, è fatto di gesti antichi ed elementari: tipo, quando Insigne ha la palla, pure se ce l’ha al limite dell’area, non perde tempo, la prende e la calcia lunga dove sta Osimhen. Ovunque stia. Spalletti tiene il Napoli basso basso, spesso quasi arroccato attorno a uno Ospina splendido e decisivo. Il primo tempo è fatto di difesa e contropiede: una meraviglia. Ospina è decisivo, ma il 4-2-3-1, con Zielinski che quasi spalleggia Insigne e tutto splende attorno a un sole che è Anguissa. Tutti ruotano attorno a lui ed è una crescita di gioco costante. La squadra ha una condizione atletica impressionante. Controlla la Sampdoria e poi la annienta. D’Aversa svanisce nel nulla nella ripresa, quando Lozano diventa una specie di miccia e la gara diventa un tiro al bersaglio.

7,5 Ospina 

Due interventi importanti a metà frazione dopo il vantaggio uno su Silva e poi su un colpo di testa-killer di Yoshida si tramuta in una specie di leopardo. È sicuramente decisivo quando il Napoli è sull’1-0. Coraggioso anche nelle uscite, poi da un certo momento in poi potrebbero anche portargli delle trofie al pesto. 

6,5 Di Lorenzo 

Non ci sono grandi galoppate, ma un ottimo lavoro su Damsgaard che soprattutto per la prima mezzora non è insignificante. Preciso. Poi nella ripresa riecco i suoi cingoli e il Napoli se ne bea a lungo, scende che è un piacere e anche nei ripiegamenti c’è. Si accentra spesso, poche le concessioni ai suoi avversari.

6,5 Rrahmani 

Nessuna sbavatura, in particolare su Caputo. Continua la sua crescita, Quagliarella fa fatica a liberarsi di lui. Ottimo il sincronismo con Koulibaly per guidare il fuorigioco, forse un po sbadato su un calcio d’angolo. Esce a inizio della ripresa sotto choc per una pallonata ma nulla di grave.

7,5 Koulibaly 

Ancora perfetto, sia su Caputo sia su Quagliarella. Non sbaglia un pallone, sempre a tenere alta la linea, anche se là nel mezzo qualche sofferenza ogni tanto viene concessa. Va persino meglio quando entra Torregrossa, sfidarlo nel fisico è un azzardo: è ormai il più forte centrale che c’è in serie A. E non solo.

7 Mario Rui 

Play-bis di un Napoli che ha bisogno della sua qualità tecnica per innescare Insigne ed uscire in modo pulito: non servono le sgroppate per determinare, ordinato su Candreva. Migliora ancora nel secondo tempo quando il morale della Samp finisce sottozero.

8 Anguissa 

Incastona alla perfezione la sua qualità nel collettivo, ed è un gran vedere. È chiamato a un accorto lavoro che copra anche le spalle a Zielinski, la pressione su Adrien Silva spesso determinante per la ripartenza. Enorme lavoro a tutto campo, insegue anche Thorsby ed è il mantice del reparto. 

7 Fabian Ruiz 

Il giocatore del Napoli che tocca più palloni, un lavoro di “pulizia” che serve a redigere le linee di passaggio migliori, nonostante la pressione di Thorsby. Mette dentro lo 0-2 con un tocco delizioso, a baciare il palo e render vano l’intervento del portiere.

7 Lozano 

Quando parte mette in imbarazzo Damsgaard e Augello: Spalletti lo richiama spesso a sacrificarsi anche sul danese ed è diligente nel compito e nel modo con espleta le indicazioni: scherma bene il primo passaggio.

C’è sempre lui nella ripresa, con assist e percussioni costanti. Punta e va. 

6,5 Zielinski 

Trasforma il Napoli in un 4-2-3-1, posizionandosi sulla stessa linea di Insigne e Lozano, cercando con continuità il corridoio centrale e costringendo Yoshida ad uscire su di lui. Magari non straordinario nel primo tempo, quando qualche palla dovrebbe gestirla meglio, ma decolla nella ripresa. E segna pure.

7 Insigne 

Osimhen deve ringraziarlo, ancora una volta: il capitano lo segue con lo sguardo. Il confronto con Bereszynski costringe il polacco a stare sempre molto basso ed il più delle volte vede l’azzurro uscire vincitore, come quando serve a Fabian l’assist per lo 0-2. Va su e giù senza badare a dove sta. Un cuore gigantesco. 

7,5 Osimhen 

Yoshida non può tenerlo, è implacabile quando va via. In avvio lo brucia ma Audero è graziato come lo è poi anche su altro disastro del difensore nella ripresa. Nel mezzo, però, come i pistoleri del far west colpisce per due volte ed è la doppietta che lo porta a quota cinque gol in una settimana di partite.

6 Manolas 

Pronti, via fai una scivolata (che gli riesce bene) che evita qualche patema. Si attacca a Di Lorenzo quando c’è da far muro ma è chiaro che è il momento migliore per rientrare visto che nella ripresa la spinta di Caputo e degli altri doriani diventa praticamente inconsistente. Deve trovare fiducia. 

6 Politano 

Senza far danni, ma neppure senza strappare giocate spumeggianti. Si piazza su quella che è la sua tradizionale mattonella e dà anche una discreta mano a Di Lorenzo che nella ripresa si era particolarmente rasserenato. Spinge sull’accelerato anche lui quando ha la palla. 

6 Elmas 

La sua posizione di partenza è più bassa rispetto a quella del polacco di cui prende il posto ma in fase di possesso Spalletti lo vuole trequartista. Ekdal, in realtà, non fatica più di tanto, non trova lo spazio tra i due centrali azzurri. Il meno bravo in una notte da incorniciare solo perché non dà mai accelerazioni.

sv Petagna 

Qui si è deciso il suo destino meno di un mese fa perché in questo stadio, con un suo gol al Genoa, lui e De Laurentiis giunsero alla conclusione che non era il caso di andarsene. Da allora sempre e solo pochi minuti. La Samp è la squadra a cui ha detto di no. Non ha mai avuto l’occasione per infierire. 

sv Ounas 

Lo spaccapartite ha davvero poco da spaccare in una serata in cui già è tutto scritto quando mette piede in campo. Fa una ripartenza di 30 metri, forse avrebbe anche potuto servire quel pallone ma decide di andare alla conclusione con Audero che neutralizza. Ha tocchi importanti, qualità e deve tatticamente essere più diligente. 

7 Spalletti 

Con Zielinski in campo, ecco che azzarda accenni del suo primo amore, ovvero il 4-2-3-1 con virate poi al 4-3-3. La squadra soffre al principio, perde il possesso, fatica nel palleggio e difende con qualche sofferenza. D’Aversa lascia dei vuoti, il Napoli sfrutta le ripartenze e con Osimhen è una pacchia. Ospina è stellare e salva nel primo tempo poi gli azzurri entrano in controllo e dilagano come a Udine. 

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