Il gran ballo dello scudetto non è mai stato così affollato. Tre squadre a contendersi un titolo che non era così in bilico da anni, forse addirittura da mai. Sì, perché chi era abituato a un sano dualismo, si deve per forza abituare a questa lotta a tre con la nettissima contrapposizione tra il nord rappresentato dalle due milanesi, e il sud rappresentato fiero dal Napoli. L'ultimo weekend di campionato ha emesso dei verdetti chiarissimi: il Napoli ha vinto a Bergamo, l'Inter a vinto in casa della Juventus e il Milan si è fermato (solo pari) a San Siro contro il Bologna. E allora? Tutti in 4 punti, che virtualmente possono ridursi ancora, visto che l'Inter dovrà recuperare la partita contro il Bologna il prossimo 27 aprile.
Dal punto di vista del calendario, quindi, la squadra apparentemente più in difficoltà dovrebbe essere il Napoli che ha sì due partite in casa di fila, ma contro avversari tutt'altro che facili. Domenica al Maradona arriva la Fiorentina, mentre il lunedì di Pasquetta sarà il turno della Roma. Insomma, non esattamente due avversari qualunque, anzi. Perché sia Italiano che Mourinho hanno ancora svariate velleità europee. Certo, la Roma arriverà a Napoli dopo la gara di ritorno dei quarti di Conference League, ma l'impressione è che in questo momento i giallorossi siano spinti da una forza quasi sovrannaturale. Mentre la Fiorentina è uscita da un leggero momento di flessione e ha ripreso a macinare punti in ottica Europa League. Milan e Inter, invece, hanno sulla carta due partite più abbordabili. I rossoneri saranno prima ospiti del Torino e poi riceveranno il Genoa, mentre l'Inter ospiterà a San Siro il Verona e andrà a far visita allo Spezia.
E allora a doversi prendere le copertine saranno i giocatori. Nel Napoli sarà fondamentale il rientro di Osimhen, che ha saltato la trasferta di Bergamo per squalifica ma è già pronto a riprendersi il suo posto al centro dell'attacco di Spalletti. Così come Zielinski che sta vivendo un momento di grande flessione, ma sarà decisivo per compiere l'ultimo scatto in chiave scudetto. In casa Milan, invece, a fare la differenza dovrà essere sempre il collettivo. Contro il Bologna sono emersi ancora una volta i grandi limiti offensivi di una squadra ben costruita da Pioli ma che soffre terribilmente la mancanza di un attaccante che la butti dentro. Giroud con le polveri bagnate, Ibra a mezzo servizio e la totale latitanza di Rebic sono fattori che iniziano a pesare, anche perché l'impressione è che anche le frecce Leao e Theo Hernandez siano arrivati a fine stagione con le gomme a terra. E l'Inter? Ha vinto una partitaccia a Torino contro la Juve. Soffrendo molto e combinando poco. Quel tanto che le è bastato per portare a casa i tre punti e tagliare fuori dalla lotta scudetto i bianconeri. Ma i segnali arrivati a Simone Inzaghi non sono affatto incoraggianti. Certo, ci sono quei due lì davanti - Dzeko e Lautaro Martinez - che da soli sarebbero capaci di sollevare il mondo, ma in questo periodo stanno scarseggiando i rifornimenti dalle loro parti. Ecco perché servirà qualcosa in più dal centrocampo dove Brozovic a mezzo servizio sta mancando e Barella non è ancora al top della condizione. Dal punto di vista della qualità sta mancando all'appello anche Calhanoglu che ha segnato (al secondo tentativo) il rigore contro la Juventus, ma non è più quel faro illuminante di inizio campionato. Ecco perché da qui alla fine potrebbero essere decisive le seconde linee, quelle che a Bergamo hanno dimostrato a Spalletti di essere pronte per la volata di Primavera.
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