Scudetto, è di nuovo Napoli-Milan:
un sogno nel ricordo di Maradona

Scudetto, è di nuovo Napoli-Milan: un sogno nel ricordo di Maradona
di Bruno Majorano
Martedì 19 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 19:51
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La DeLorean è già parcheggiata all'esterno dello stadio Maradona. A portarla non sono stati Emmett «Doc» Brown e Marty McFly che nel caso di specie sono rappresentati da Stefano Pioli e Luciano Spalletti. In un colpo solo, infatti, i due allenatori hanno riportato Milan e Napoli indietro nel tempo. Precisamente alla metà degli anni 80 quando rossoneri e azzurri si contendevano lo scudetto a suon di stagioni indimenticabili, fuoriclasse senza tempo e sfide destinate a diventare storiche. 

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Van Basten, Maradona, Gullit, Giordano, Tassotti, Bruscolotti, hanno lasciato il posto a Giroud, Osimhen, Ibrahimovic, Insigne, Tonali e Koulibaly, ma a guardare la classifica di serie A oggi sembra davvero che la questione scudetto una cosa tra Napoli e Milan. D'altra parte sono le uniche due squadre imbattute dall'inizio del campionato e gli azzurri sono addirittura a punteggio pieno. I numeri dicono 24 punti per gli azzurri, 22 per i rossoneri che hanno subito più gol (7 contro i 3 del Napoli) e segnato meno (18 reti contro le 19 del Napoli), aspettando la supersfida di San Siro in programma il prossimo 19 dicembre, proprio a ridosso di Natale. Impossibile non pensare a quelle stagioni indimenticabili della fine degli anni 80, con gli appelli di Maradona per caricare la sua gente e il gioco tutto nuovo di Sacchi, vera anima di un Milan destinato a scrivere pagine di storia nel calcio italiano e mondiale.

Oggi gli interpreti sono altri, così come le filosofie. Spalletti e Pioli hanno raccolto le macerie lasciate dai rispettivi predecessori e hanno rimesso la chiesa al centro del villaggio. Prima di tutto hanno puntato sul gruppo e sul gioco: i due punti chiave delle loro gestioni. Pioli, uomo per bene e di grande visione sportiva, è stato più forte dell'ombra di Rangnick che appena un anno e mezzo fa sembrava destinato a soffiargli la panchina da sotto al naso. Ha tenuto botta, si è fatto forte di una società che nella persona di Maldini (uno che proprio sul finire degli anni 80 si affacciava al mondo Milan) lo ha blindato ed è andato avanti. Storia diversa per Luciano che è arrivato a Napoli nello scetticismo generale, conseguenza dell'apocalisse chiamata Napoli-Verona del 23 maggio scorso e ha riacceso con pazienza l'entusiasmo di piazza e giocatori. Un po' come Maradona, sbarcato a Napoli nel 1984 dopo una grande depressione che rischiava di portare al tracollo. Spalletti ha messo ordine, ha riportato il sorriso e soprattutto i risultati, quelli che al momento lo fanno essere primo a punteggio pieno. La classifica dice che dopo il Milan a meno 2, c'è sostanzialmente il vuoto visto che la squadra più vicina è l'Inter a 7 lunghezze di distanza, mentre la Juve (in netta ripresa) è ancora a meno 10. La questione sembra solo per Napoli e Milan, che a più di 30 anni da quelle indimenticabili sfide ritornano ad accendere il campionato. Aspettando i botti di fine anno e i fiori di primavera, ma il solo fatto di essere saliti su quella DeLorean che porta indietro nel tempo, mette a tutti un briciolo di emozione in più. 

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