Non c'è un brivido legato allo scudetto. Conquistare 11 punti in otto partite (ammesso che la Lazio le vinca proprio tutte) non sembra una missione impossibile. Eppure una sottile inquietudine comincia a serpeggiare. L'eliminazione dalla Champions brucia. E non poco. «Abbiamo provato a inseguire questo sogno fino all'ultimo, usciamo a testa alta sperando di poter rivivere queste notti», dice Giovanni Di Lorenzo. Ed è un messaggio per tutti. Anche per i compagni che volevano arrivare fino in fondo. A Spalletti non piace che qualcuno dica che ad aprile le sue squadre siano declinanti: sapeva che non sarebbe stato facile con il Milan ma esce con l'amaro in bocca. Perché il suo Napoli non era al top della condizione, perché gli arbitri hanno danneggiato la sua squadra, con la Uefa che non ha certo il Napoli nel cuore per via delle continue polemiche di De Laurentiis contro Ceferin. Lui è uomo di campo ma anche uomo di mondo e sa come vanno certe cose.
Oggi non c'è allenamento.
Farsi forza. Rialzare la testa. Crederci, nonostante tutto. Nonostante il ko nel derby d'Italia. Nonostante l'amarezza dei tifosi che però anche ieri nel quartier generale di Castel Volturno, erano lì a dare coraggio agli azzurri che avevano appena terminato la seduta del giorno dopo. Guai ad abbattersi, tanto questa squadra sa sempre darsi delle scosse. Restano infatti da giocare le partite con Juventus, Salernitana, Udinese, Fiorentina, Monza, Inter, Bologna e Sampdoria: gli 11 punti che mancano per diventare irraggiungibili per la Lazio devono uscire fuori da qui. Magari basta solo vincere le gare al Maradona. Ma questo Napoli ha abituato a volare. Ci ha tenuto in maniera particolare Khvicha Kvaratskhelia ha fare le sue scuse. Le ha fatte sui social, ma anche a tutti nello spogliatoio di Castel Volturno. Ma tutti hanno ridimensionato la sua autocritica. «Non siamo stati eliminati perché hai sbagliato il rigore», ha detto il capitano Di Lorenzo. Nella notte, senza chiudere occhio, il georgiano ha scritto un post in cui non nasconde la sua emozione. «È difficile per me vedere i vostri occhi pieni di lacrime dato che non sono riuscito a regalarvi la felicità. Farò del mio meglio per imparare dall'esperienza con il Milan», dice parlando ai tifosi che pure all'uscita del Maradona lo hanno atteso e accolto acclamandolo. «Sono profondamente dispiaciuto e assolutamente grato per il vostro supporto. Vi amo tutti e prometto che torneremo più forti! Ci sono molte partite davanti, il sogno continua». Nessuno, lui per primo, deve perdere di vista il grande traguardo di questa stagione: lo scudetto dopo 33 anni di attesa. Intanto novità sul fronte della gara con la Salernitana: perché, così come da accordo con gli ultrà, la vendita dei biglietti sarà libera, ovvero senza obbligo della tessera del tifoso. Ovviamente, in attesa delle disposizioni dell'Osservatorio del Viminale che, come per la gara di andata (anche se in quel caso pesava il divieto per due mesi dopo gli scontri in autostrada tra ultrà romanisti e napoletani), vieterà la vendita del settore ospiti ai residenti in provincia di Salerno.