Serie A, mercato impazzito:
le tre regole di De Laurentiis

Serie A, mercato impazzito: le tre regole di De Laurentiis
di Pino Taormina
Giovedì 27 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:04
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Rispettare i bilanci. Tagliare gli ingaggi. Non pagare commissioni milionarie a procuratori. Le tre regole d'oro che muovono il mercato di Aurelio De Laurentiis non avranno scossoni dopo aver visto le mosse di Juventus, Inter e anche Milan negli ultimi tempi: non ci sono Vlahovic, Gosens o chi per loro che faranno traballare le certezze del Napoli. Quando si trattò di chiudere l'operazione Pépé con l'Arsenal, il problema (che non venne risolto) furono i 15 milioni di euro che gli agenti chiedevano alla firma, come ulteriore bonus. Ripresero l'elicottero e tornarono a casa delusi. Ma lo scenario del 2022 del club azzurro parte da basi più solide, sotto il profilo finanziario. Perché dal 30 giugno sul monte-ingaggi non incideranno più gli stipendi di Insigne, Ghoulam, Mertens e anche Ospina. Tradotto 32 milioni lordi in meno. Motivo per cui, il Napoli volta pagina. Ovvero, non ha più la necessità di dover vendere a ogni costo uno dei big. Come invece avrebbe dovuto fare l'estate scorsa. Ed è una grande svolta.

«La Serie A sta perdendo 1,5 miliardi di euro e senza ristori rischia il fallimento» è il grido di allarme che lanciano l'ad dell'Inter Marotta e il presidente del Milan, Scaroni. Due anni di pandemia. Ma pare a tutti un paradosso: vero che si spendono soldi per calciatori proprio per ottenere ricavi in futuro (la Juventus torna in corsa perentoriamente per la zona Champions) ma il grido di allarme sembra un paradosso. Il Napoli sta trattando con il Comune un abbattimento dei costi di fitto del Maradona: ma è un passaggio logico, considerando gli stadi chiusi per più di un anno e gli incassi ridotti. E la Juve come fa a sostenere un investimento da 130 milioni (tanto costa Vlahovic, compreso anche le commissioni)? Il recente aumento di capitale da 400 milioni concluso nei primi giorni di gennaio è la risposta. Una operazione che ha portato liquidità fresca nelle casse del club bianconero, utile per far ripartire il piano di sviluppo lanciato nel 2019 e interrotto con l'arrivo della pandemia.

L'Inter ha invece emesso un nuovo bond da 415 milioni di euro per rifinanziare il debito: chiude da 4 anni in passivo. Il bilancio del Milan è in rosso di 96,4 milioni di euro: un passivo, però, dimezzato rispetto alla stagione precedente (194,6 milioni). Secondo i dati la proprietà di Elliott, comprensiva del prestito iniziale fatto a Yonghong Li, ha sborsato dal suo arrivo oltre 700 milioni di euro. 

Sì, il ridimensionamento degli ingaggi cambia le strategie del mercato estivo. In questa sessione invernale non succederà nulla. Le uniche due operazioni sono costate, in tutto, 700 mila euro: 500 mila euro il prestito di Anguissa e 200 mila quello di Tuanzebe. De Laurentiis non ha più bisogno di vendere i suoi tesori. Ovvio, dovesse arrivare la proposta irrinunciabile, ci penserà. Ma lo farà senza assilli di bilancio, senza costrizioni finanziarie. Anche lo stesso Koulibaly: vero, ha uno stipendio monstre ma non è più da cedere costi quel che costi. La rinuncia a 4 importanti stipendi porta il monte-ingaggi attorno a quota 75 milioni di euro. L'addio di Insigne, come quello di Callejon ma anche quello probabile di Mertens, manda segnali a tutti: il Napoli può anche rinunciare a costo zero ai suoi calciatori. Dalla prossima estate, ed è questo un altro monito per Meret e Fabian che hanno appuntamento per il rinnovo a marzo, il tetto d'ingaggio non dovrà mai più varcare la soglia dei 3,5 milioni di euro netti. Non sono state fatte eccezione per una bandiera come Insigne e non verranno fatte per altri. E questa decisione non cambierà neppure con l'accesso alla Champions League. I soldi del ritorno nella grande manifestazione, serviranno a coprire il buco di quasi 60 milioni accumulato nell'ultimi anno. 

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