Simeone, sogno Mondiale:
il Cholito chiama l'Argentina

Simeone, sogno Mondiale: il Cholito chiama l'Argentina
di Bruno Majorano
Martedì 11 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 07:28
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C'era una volta un bambino. Un bambino che giocava a calcio nel giardinetto di casa con una maglia bianca e azzurra decisamente oversize. Era un vestito più che una maglia, ma in casa sua entravano solo quelle della taglia del papà. Piccoli inconvenienti che possono accadere quando suo padre è un punto fermo della nazionale argentina. E allora il piccolo Giovanni è cresciuto nel mito di papà Diego Pablo Simeone e dell'Argentina. Solo dopo quel pallone è diventato più di un semplice gioco per quel bambino che è diventato il Cholito, figlio del Cholo.

Il primo approccio con la maglia dell'Argentina era stato da sogno. Nel 2015 si è presentato come stella del Sub 20 sudamericano: 9 presenze 9 gol. Poi le 3 presenze e il gol al Mondiale Under 20 e la convocazione nella selezione olimpica per Rio 2016. Poi due anni di buio e infine la chiamata da parte della Nazionale maggiore nel 2018: esordio con gol nell'amichevole col Guatemala e altre 4 convocazioni in fila. Fine. L'ultima partita del Cholito con l'Argentina è datata 20 novembre 2018. E ora? Il feeling potrebbe ritrovarsi. Merito del Napoli che gli sta restituendo una nuova vita, ma anche delle sue qualità oramai troppo evidenti per continuare a passare inosservate agli occhi del ct Scaloni.

In Argentina c'è più di qualcuno che lo spinge. Dicono che qualcosa si sta muovendo e che la Seleccion potrebbe nuovamente fare affidamento sul Cholito. L'occasione Qatar è dietro l'angolo e non c'è troppo tempo da perdere. Il gruppo di Scaloni è quasi blindato, ma se Simeone continuasse con questo ritmo (4 gol con il Napoli, entrando sempre dalla panchina), il ct potrebbe avere qualche ripensamento. Tanto più che al momento l'Argentina è sulle spine per i problemi muscolari che preoccupano Dybala. È chiaro che se la Joya dovesse saltare l'appuntamento col Mondiale, in attacco si libererebbe un posto.

E il Cholito, che di mestiere sta diventando specialista nel cogliere al volo le occasioni, si farebbe trovare pronto.

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Certo, c'è il Napoli a soffiare sulle vele spiegate di Simeone. Spalletti lo adora. Si dice dispiaciuto per non concedergli una maglia da titolare più spesso, però sa che lui è l'uomo giusto per indirizzare le partite che rischiano di rimanere impantanate. E poi c'è l'entusiasmo: quello che il Cholito mette in ogni partita, in ogni giocata, in ogni azione. La sua è una voglia incredibile, contagiosa. Quando entra in campo porta allegria e una scarica di adrenalina che sarebbe capace di rianimare anche un corpo esanime. Ecco il suo segreto, che non è da poco. Uno come lui fa bene a tutti. Fa bene in una squadra di club che punta in alto, e farebbe benissimo anche in una nazionale come l'Argentina che sogna di portare finalmente a Buenos Aires la coppa del Mondo in quello che sarà l'ultimo ballo annunciato del predestinato Leo Messi. Anche l'effetto Champions pesa. Perché il Cholito ha la coppa dalle grandi orecchie nella testa fin da quando correva nel giardinetto di casa con la maglia Xl di papà Cholo. Si è tatuato la coppa sulla pelle e al primo pallone giocato in Champions ha fatto gol: contro il Liverpool, e ovviamente entrando dalla panchina. A Napoli sta imparando a crescere dal punto di vista mentale e dell'esperienza internazionale. Mattoncini buoni per costruire il muro bianco azzurro in vista della Nazionale. Il telefono è sempre a portata di mano: aspettando quella chiamata che lo renderebbe ancora più felice di quanto sia già adesso a Napoli. 

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