Spalletti dopo Mazzarri e Sarri:
ecco i Granduchi di Toscana a Napoli

Spalletti dopo Mazzarri e Sarri: ecco i Granduchi di Toscana a Napoli
di Francesco De Luca
Lunedì 7 Giugno 2021, 14:00 - Ultimo agg. 8 Giugno, 08:08
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Spalletti dopo Mazzarri e Sarri. I risultati dei due predecessori toscani di Luciano a Napoli sono stati positivi. Walter Mazzarri aveva conosciuto il club azzurro nel 1998 quando faceva parte dello staff di Renzo Ulivieri, suo maestro a Bologna. Lui, ex centrocampista, si occupava di allenare i portieri. E più di una volta sostituì Ulivieri - espulso o squalificato - in panchina. Poi il ritorno da capo allenatore nel 2009, dopo la conclusione del rapporto con Roberto Donadoni, una passione di De Laurentiis che si spense in fretta. Dopo aver riportato il Napoli in una competizione europea, grazie ai 104 gol di Cavani (ma anche di Lavezzi e Hamsik) Mazzarri condusse gli azzurri a due qualificazioni Champions (con l'ottavo 2012 contro il Chelsea che avrebbe poi vinto il trofeo) e alla conquista della Coppa Italia, il primo titolo del club di De Laurentiis, a ventidue anni dallo scudetto e dall Supercoppa italiana '90. Le strade del Napoli e di Mazzarri si divisero nel 2013, quando sul tavolo di Walter arrivò la proposta dell'Inter. Negli spogliatoi del San Paolo, prima dell'ultima gara di campionato, il presidente provò a fargli cambiare idea con un nuovo contratto ma non vi fu verso. Mazzarri passò - ingiustamente - per un traditore: venne fischiato quando si presentò con l'Inter a Fuorigrotta e lui - giustamente - si amareggiò perché ci aveva messo il cuore in quelle stagioni.

Con Maurizio Sarri, nato a Napoli e poi trasferitosi da bambino in Toscana accompagnato dalla passione per la maglia azzurra (negli anni Ottanta andava da tifoso al campo di Reggello per assistere agli allenamenti durante il ritiro della squadra di Maradona), sono stati tre anni di grande amore con la tifoseria, che ne avrebbe gradito il ritorno dopo la rottura con Gattuso.

Ma De Laurentiis ha deciso di prendere un'altra strada. Il sogno scudetto e il record dei 91 punti nel campionato 2017-2018, le qualificazioni Champions, la grande valorizzazione di Higuain (venduto a 90 milioni alla Juve) e di Jorginho (ceduto al Chelsea per 62). Feeling con i tifosi e i giocatori del Napoli, molto meno con De Laurentiis, che gli lanciò le ultime velenose frecciate alla vigilia della finale di Coppa Italia un anno fa, quando lo accusò di essere un traditore.

E adesso tocca a Luciano Spalletti, che si sposta dalla sua Certaldo per  tornare su una panchina bollente dopo le esperienze non facili alla Roma e all'Inter, con l'obiettivo di centrare la qualificazione Champions. La cosa che gli è riuscita meglio in carriera, oltre ai titoli vinti in Russia. Aver chiuso le ultime due stagioni senza la qualificazione in Champions è stato pesante per il Napoli sotto l'aspetto economico, il futuro è nelle mani di Luciano ma soprattutto in quelle di De Laurentiis, che deve per forza effettuare alcune cessioni per alleggerire il monte ingaggi. E decidere se capitan Insigne, in scadenza di contratto, resterà a lungo in azzurro.

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