Spalletti e la Sampdoria: l'unica
retrocessione della sua carriera

Spalletti e la Sampdoria: l'unica retrocessione della sua carriera
di Francesco De Luca
Mercoledì 22 Settembre 2021, 17:20 - Ultimo agg. 23 Settembre, 07:13
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Un'altra ex sul cammino di Luciano Spalletti. Dopo l'Udinese umiliata alla Dacia Arena - la migliore risposta ai fischi e agli insulti del tifo friulano - ecco la Sampdoria. Che è l'unica macchia, la sola retrocessione, nella carriera del tecnico toscano.

Aveva 39 anni ed era reduce dalla brillante esperienza ad Empoli quando venne assunto dalla famiglia Mantovani. Il colpo di mercato di quella estate fu l'ingaggio del fantasista argentino Ortega, il bomber era Vincenzo Montella, l'Aeroplanino di Castello di Cisterna che era stato compagno di Luciano proprio nell'Empoli.

La stagione fu condizionata dal grave infortunio subito proprio da Montella, che giocò soltanto 22 partite e segnò 12 gol, quando ormai era troppo tardi per evitare la retrocessione, arrivata alla penultima giornata: la Sampdoria pareggiò 2-2 contro il Bologna a causa di un inesistente rigore concesso ai rossoblù al 94'. L'arbitro era il torinese Trentalange, attuale presidente dell'associazione, che ammise a distanza di tempo l'errore. In campo non fu possibile perché non c'era ovviamente il Var.

Spalletti non fu al comando della Samp per tutto il campionato. Venne licenziato il 13 dicembre del '98 dopo la pesante sconfitta contro la Lazio (2-5) per far posto all'ex bandiera blucerchiata David Platt, che non aveva il patentino e venne affiancato da un collaboratore tecnico per un breve periodo, finché non rassegnò le dimissioni un mese dopo, il 31 gennaio, dopo la confitta contro il Perugia (0-2).

La famiglia Mantovani richiamò Spalletti, che tentò la risalita e quasi la portò a termine, fino a quel pareggio col Bologna. 

Non sarebbe andata meglio nella successiva stagione a Venezia, dove Spalletti fu licenziato e richiamato due volte dall'effervescente - diciamo così - patron Zamparini, che era stato mollato da Novellino, trasferitosi a Napoli per riportare la squadra in serie A. Nel giorno della retrocessione, però, sulla panchina dei lagunari c'era Oddo, ex tecnico della Salernitana e padre di Massimo, terzino del Napoli di Novellino e futuro campione del mondo. 

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