Spezia-Napoli, tutto in 90 minuti:
Gattuso con Insigne e Osimhen

Spezia-Napoli, tutto in 90 minuti: Gattuso con Insigne e Osimhen
di Pino Taormina
Sabato 8 Maggio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:38
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In provincia e di sabato pomeriggio e magari con la Riviera di Levante invasa dai primi vacanzieri: le condizioni ideali per avere motivazioni scariche. Ci provasse il Napoli a non spolverarsi dalle spalle la pressione di una gara da vincere senza alternative. Ci provasse a mostrare di nuovo il braccino come nel finale con il Cagliari e a non giocare come deve e come serve per riuscire a vincere contro un avversario che si gioca la permanenza in serie A. Gattuso non ha mollato la squadra per un secondo prima della partenza per la Liguria. Sia sul campo di allenamento che nella riunione tecnica. Un martello. Perché sa che trappola è questa trasferta a La Spezia. Vuole il Napoli migliore, vuole che non ci siano cedimenti e disattenzione. E vuole che non ci siano partenze false, come altre volte è successo in questa stagione. È stato chiaro, ancora una volta: vuole che gioco e gol debbano sgorgare con naturalezza. Come con il Torino, per esempio. E pretende un Napoli che dia l'impressione di una squadra che si diverte a giocare bene per gioia, prima che per vincere. Puntare sui propri violini (Insigne, Osimhen e Zielinski) ma senza trascurare il meccanismo di squadra, anche se siamo agli sgoccioli di una stagione estenuante e le forze sono davvero ridotte al lumicino.

«Il capitano vuole dire qualcosa?». «Guagliò, dobbiamo vincere e basta». Non c'è dialogo che Gattuso fa con la squadra che non termini con la richiesta a Lorenzo Insigne, il cuore e il leader di questa squadra. Una lezione che viene dal passato, dal suo maestro Lippi: coinvolgere l'uomo che ha la fascia al braccio in ogni momento. È un pomeriggio, quello di oggi, che il Napoli non può sbagliare. Insigne suona la carica. È tra i più motivati, tra i più esplosivi: ha letto le critiche social per la prova con il Cagliari, vuole il riscatto. E senza la sua stella che brilla, due mesi di rincorse azzurre potrebbero essere vanificati. Inutile ripetersi che mancheranno altre 3 giornate e contare sugli scontri diretti che il Milan ha ancora in calendario o sulle fatiche delle altre. Per alimentare l'obiettivo di conquistare la zona Champions, il Napoli deve battere lo Spezia. Ma con quale atteggiamento? Quali armi? Le solite. Gattuso ha disegnato il 4-2-3-1 per specchiarsi nei rivali e non ha più cancellato il disegno che da un certo momento in poi ha preso il sopravvento sul 4-3-3. Lo Spezia non perde in casa dal 31 gennaio (0-1 con l'Udinese) e qui è caduto il Milan (2-0) e l'Inter non è andata oltre l'1-1. La salvezza della squadra di Italiano è complicata ma è a portata di mano. Gattuso teme la fame di chi gioca per sopravvivere. Si affida a Politano sulla fascia destra e lascia Lozano in panchina.

Mentre in difesa Manolas centrale destro e Rrhamani sarà sulla sinistra: i due hanno provato senza sosta da mercoledì movimenti e ripartenze, anche con sedute prolungate di allenamento affidate a Gigi Riccio. Non toccherà a loro due solo oggi ma nel migliore delle ipotesi anche con Udinese (martedì) e Fiorentina. In difesa alla fine l'ha spuntata ancora Hysaj sulla sinistra, preferito ancora una volta a Mario Rui. In porta resta Meret mentre Ospina è stato convocato e andrà in panchina. Coppia di centrocampo Fabian e Demme. In attacco, riecco Osimhen: è un'iradiddio di talento e di esplosività. Chissà cosa sarebbe stata questa stagione senza l'infortunio alla spalla e al braccio che lo ha messo ko per oltre tre mesi (maledizione a queste nazionali). Non ci sarà, a meno di sorprese dell'ultimo secondo, Aurelio De Laurentiis: il presidente, dopo i suoi silenzi bizzarri e incoerenti nel periodo più caldo della stagione, da qualche tempo ha cambiato atteggiamento tra visite nello spogliatoio e dirette col telefonino prima della gara. Probabile che anche oggi trovi il modo per mandare il suo in bocca al lupo alla squadra. 

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