In provincia e di sabato pomeriggio e magari con la Riviera di Levante invasa dai primi vacanzieri: le condizioni ideali per avere motivazioni scariche. Ci provasse il Napoli a non spolverarsi dalle spalle la pressione di una gara da vincere senza alternative. Ci provasse a mostrare di nuovo il braccino come nel finale con il Cagliari e a non giocare come deve e come serve per riuscire a vincere contro un avversario che si gioca la permanenza in serie A. Gattuso non ha mollato la squadra per un secondo prima della partenza per la Liguria. Sia sul campo di allenamento che nella riunione tecnica. Un martello. Perché sa che trappola è questa trasferta a La Spezia. Vuole il Napoli migliore, vuole che non ci siano cedimenti e disattenzione. E vuole che non ci siano partenze false, come altre volte è successo in questa stagione. È stato chiaro, ancora una volta: vuole che gioco e gol debbano sgorgare con naturalezza. Come con il Torino, per esempio. E pretende un Napoli che dia l'impressione di una squadra che si diverte a giocare bene per gioia, prima che per vincere. Puntare sui propri violini (Insigne, Osimhen e Zielinski) ma senza trascurare il meccanismo di squadra, anche se siamo agli sgoccioli di una stagione estenuante e le forze sono davvero ridotte al lumicino.
«Il capitano vuole dire qualcosa?». «Guagliò, dobbiamo vincere e basta». Non c'è dialogo che Gattuso fa con la squadra che non termini con la richiesta a Lorenzo Insigne, il cuore e il leader di questa squadra. Una lezione che viene dal passato, dal suo maestro Lippi: coinvolgere l'uomo che ha la fascia al braccio in ogni momento. È un pomeriggio, quello di oggi, che il Napoli non può sbagliare. Insigne suona la carica. È tra i più motivati, tra i più esplosivi: ha letto le critiche social per la prova con il Cagliari, vuole il riscatto. E senza la sua stella che brilla, due mesi di rincorse azzurre potrebbero essere vanificati. Inutile ripetersi che mancheranno altre 3 giornate e contare sugli scontri diretti che il Milan ha ancora in calendario o sulle fatiche delle altre. Per alimentare l'obiettivo di conquistare la zona Champions, il Napoli deve battere lo Spezia. Ma con quale atteggiamento? Quali armi? Le solite. Gattuso ha disegnato il 4-2-3-1 per specchiarsi nei rivali e non ha più cancellato il disegno che da un certo momento in poi ha preso il sopravvento sul 4-3-3. Lo Spezia non perde in casa dal 31 gennaio (0-1 con l'Udinese) e qui è caduto il Milan (2-0) e l'Inter non è andata oltre l'1-1. La salvezza della squadra di Italiano è complicata ma è a portata di mano. Gattuso teme la fame di chi gioca per sopravvivere. Si affida a Politano sulla fascia destra e lascia Lozano in panchina.