Ultras, l’indignazione di Napoli: «I violenti fuori per sempre dal Maradona»

Coro di indignazione per quanto visto durante Napoli-Milan

Gli spalti vuoti del Maradona
Gli spalti vuoti del Maradona
di Bruno Majorano
Lunedì 3 Aprile 2023, 23:38 - Ultimo agg. 5 Aprile, 10:11
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«Penso che dobbiamo ricomporre un’unità nel tifo e trovare una forma di partecipazione inclusiva e popolare perché questo deve essere un periodo di festa e non di contrapposizione». Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha detto la sua in merito a quanto accaduto domenica sera allo stadio Maradona durante il match con il Milan. E a lui fa eco anche l’ex presidente del Napoli Corrado Ferlaino. «Non c’è bisogno di ricucire alcun rapporto, tutti i tifosi del Napoli stanno allestendo la città di striscioni e bandiere azzurre. Napoli è felice e contenta». Ha detto ai microfoni de «La politica nel pallone» su Gr Parlamento. 

Ma all’indomani dal ko del Maradona e da quanto accaduto in curva B, chi era allo stadio ha ancora l’amaro in bocca per quanto ha visto. «Sono schifato», dice Francesco De Giovanni consigliere della I Municipalità di Napoli e abbonato al Napoli dagli anni ‘70. «Non riesco a capire come un tifoso che si possa chiamare tale vada allo stadio e possa contestare la propria squadra: è una cosa da brividi», aggiunge ancora sgomento per quanto ha visto domenica sera a Fuorigrotta. «In una stagione dove siamo a un passo dallo scudetto e probabilmente arriviamo anche in finale di Champions, tutto questo clima è paradossale: sono cose dell’altro mondo. Ammetto che durante la partita contro il Milan, mentre assistevo attonito a quanto stesse accadendo in curva ero incredulo. Ciò che hanno fatto è stata una vigliaccheria nell’unica partita in cui il Napoli aveva bisogno di sostegno». Ma non è tutto. «La stessa cosa mi era cosa mi era successo a Francoforte, quando ero allo stadio nel settore ospiti e nell’anello inferiore c’erano stati scontri perché c’era qualcuno che non voleva si facesse il tifo». E poi conclude. «Come si fa a contestare un presidente che ti ha perso in serie C e ti ha portato in livelli internazionali? Purtroppo stiamo vivendo un sogno ucciso da questa gente. Sono ancora arrabbiato. Non riesco a riprendermi».

Domenica allo stadio c’era anche il magistrato Tullio Morello. «Dispiace per una situazione che si ripercuote anche su tutto il clima dello stadio.

Uno sciopero del tifo rende tutto meno bello, al netto di chi ha torto e chi ha ragione. Ogni atto di violenza va sempre censurato, dalla scazzottata al lancio dei fumogeni in campo. Non voglio discutere sulle scelte perché il modo di sostenere la propria squadra può essere personale, ma ogni forma di violenza va deprecata e punita senza ombra di dubbio», spiega. «Lo stadio dovrebbe essere un luogo di festa ma purtroppo a volte non succede. Le famiglie e i bambini vanno avvicinati a questo sport, io stesso domenica ero con tutta la mia famiglia al Maradona. Ma se ci sono contrapposizioni non si può costringere le persone a fare il tifo, così come è sbagliato impedirlo a chi voleva farlo. Purtroppo Napoli è una città piena di contraddizioni e non sono io l’ultimo a notarlo». Poi uno sguardo al passato. «Mi manca quella solidarietà e quell’unità del tifo che in questo momento vedo un po’ spaccato. E anche i social non aiutano. In passato non c’era una contrapposizione così netta. Si era a favore del Napoli e basta. Il tifo a Napoli era bello perché sempre stato unito».

 

L’attore e regista Geppy Gleijeses ne fa una questione di presente, ma anche di futuro. «Ma davvero vogliamo essere così autolesionisti? Non mi pare il caso di contestare un presidente che ci ha portato dal fallimento alla possibile vittoria dello scudetto. Abbiamo visto che senza il supporto di una curva cosa è successo, anche se non possiamo dare la colpa della sconfitta alla mancanza del tifo. A 10 partite da uno scudetto che sembra ancora vicino e ridicolo contestare perché non si possono portare gli stendardi. Litigare per divergenze di pensiero è follia. Aveva ragione Goethe: Napoli è un paradiso abitato da Diavoli, diceva. Dico solo: preoccupiamoci della squadra e stiamole vicino».

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A dare ancora più forza al concetto anche il campione di pugilato Patrizio Oliva. «Questi non sono tifosi, sono criminali. Vengono solo a rovinare l’immagine di Napoli. Trovano un modo per fugare la loro frustrazione. Inaccettabile contestare un presidente che ti sta portando lo scudetto: chi sono loro per sindacare? Sono solo accattoni e delinquenti. Si devono vergognare. I veri napoletani siamo noi, non questa gente».

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