Zola scende in campo: vuole rilanciare il calcio di serie C

L'ex campione del Napoli e della Nazionale candidato alla vicepresidenza della Lega Pro

Zola scende in campo: vuole rilanciare il calcio di serie C
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Martedì 7 Febbraio 2023, 09:35
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Dal campo alla panchina. E adesso, forse, dietro a una scrivania. Sempre con la voglia di rendere meraviglioso il mondo del calcio. Gianfranco Zola, l'erede della 10 di Diego Maradona a Napoli, si candida alla vicepresidenza della Lega Pro. Giovedì 9 febbraio le elezioni per la successione a Francesco Ghirelli, dimessosi perché non godeva più dell'appoggio di una consistente quota di società. I candidati sono Marcel Vulpis, che è stato il vice di Ghirelli, e il giornalista Matteo Marani, presidente del Museo del calcio a Coverciano. Marani ha coinvolto nel suo progetto Zola, da molti anni suo amico.

Perché Zola, l'allievo di Diego, il Magic Box del Chelsea, si interessa al cosiddetto calcio minore? Il suo mondo non è stato sempre lontano da quello della serie C? Gianfranco non ha mai avuto il timore di mettersi in discussione e anche se ha raggiunto l'olimpo del calcio grazie alle sue indiscutibili doti tecniche, alla sua professionalità e alla sua umanità ha seguito quel calcio lontano dalle luci dei riflettori.

Perché anche lui è partito dalla serie C. Zola non è cresciuto nel vivaio di un grande club. Negli anni Ottanta era la stella della Torres, la squadra di Sassari, in serie C. Venne segnalato da fidati amici a Luciano Moggi, il dg del Napoli, che prese l'esperto Mauro e il giovane Zola come alternative a Maradona perché sapeva che la stagione 1989-1990 sarebbe stata complicata dopo la decisione di Ferlaino di non cedere il Pibe al Marsiglia, soprattutto perché Diego era ormai schiavo della cocaina.

Zola ha vissuto l'ultima esperienza calcistica nel 2019, vincendo col Chelsea l'Europa League: era il vice di Sarri, che dopo quel successo si trasferì alla Juventus. Si è diviso in questi anni tra Londra e la Sardegna per seguire gli affari e la famiglia. Ma ora è pronto per tornare in campo. Niente più scarpini, ma tante idee per rifondare il cosiddetto calcio minore. Ed evidentemente per riuscirvi serve un grande.

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