Foro Italico, gli Internazionali non lasceranno la loro casa

Foro Italico, gli Internazionali non lasceranno la loro casa
Foro Italico, gli Internazionali non lasceranno la loro casa
di Gianluca Cordella
Mercoledì 23 Settembre 2020, 07:30
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«Roma è casa mia». Sono le parole che Novak Djokovic, numero uno del mondo, ha affidato a un video diffuso sui canali social del torneo, dopo aver centrato il suo quinto titolo agli Internazionali Bnl d’Italia. Il legame tra la città e i big del tennis non è certo una scoperta di questi giorni. Basta ricordare le passeggiate a Trastevere di Maria Sharapova. E che dire di Serena Williams, che nella capitale, tra una carbonara e l’altra, ha ricevuto addirittura la proposta di matrimonio dal suo Alexis? La domanda è facile: come prenderebbero i big della racchetta il trasloco del torneo in un’altra città, come ipotizzato dal presidente Fit Angelo Binaghi? Non disponiamo della verità assoluta, ma, a naso, diciamo “malissimo”. 

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PAROLE FORTI
Certo, volenti o nolenti, i giocatori fanno parte del business e, dunque, spesso possono solo prendere atto delle decisioni di chi governa lo sport. Ma ci sono tanti motivi per cui, in questa polemica degli Internazionali pronti a fare le valigie, i fedelissimi del Foro Italico possono dormire sonni tranquilli. Il primo sta proprio nella vis polemica di Binaghi, che ciclicamente minaccia di spostare il torneo, nel continuo braccio di ferro con le istituzioni. Lo aveva fatto nella conferenza di chiusura dell’edizione 2014 del torneo e, ancora, alla vigilia di quella successiva: il malcontento era verso il Campidoglio, reo di non agevolare l’organizzazione del torneo (sul piatto c’erano polemiche legate ai luoghi suggestivi chiesti per il sorteggio dei tabelloni e la disponibilità di altre aree della città per le iniziative collaterali). Questa volta la minaccia ha come obiettivo la Regione Lazio (che non ha gradito, Zingaretti è furioso, assicurano fonti vicine al governatore) e la scelta di chiudere totalmente le porte dell’edizione appena conclusa, prima che l’intervento del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora aprisse semifinali e finali a mille spettatori per sessione. Il danno per la Federtennis è stato oggettivo e la semplicità con cui sono stati gestiti i turni a porte semiaperte ha confermato che il provvedimento più permissivo si sarebbe potuto adottare per tutta la durata dell’Open. Ma da qui a traslocare ce ne corre, nonostante l’imminente upgrade del torneo. 

FERMI TUTTI
E questo è l’altro tema caldo. Dal 2022, o più probabilmente dal 2023, gli Internazionali cresceranno: il torneo passerà a 96 giocatori e si giocherà in due settimane. Il tutto per un costo del torneo che crescerebbe di 6 milioni di dollari. Da qui la preoccupazioni di Binaghi per «un site che ci impone costi elevati e dove non si possono fare investimenti permanenti nelle strutture». Ma su questo fronte le perplessità del presidente Fit sono state cancellate da Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, che, ricordiamo, gestisce il parco del Foro Italico. «Gli Internazionali devono crescere, ma devono farlo a Roma. Foro Italico e Internazionali sono la stessa cosa», ha detto chiaramente Cozzoli dopo la sparata di Binaghi. L’ente ha voglia di investire nell’area e di valorizzarla in toto, non solo per il tennis e non solo nel tradizionale periodo del torneo, a maggio. Per questo saranno lanciati i tour dello Stadio Olimpico, che permetteranno ai bambini di visitare gli spogliatoi di Roma e Lazio e di entrare in campo come i loro idoli. Per lo stesso motivo la GrandStand Arena non sarà smontata come consuetudine, dopo l’edizione appena conclusa dell’Open, ma resterà viva fino a settembre 2021. E il Foro del tennis sarà aperto tutto l’anno con iniziative che permetteranno ai cittadini di giocare sui campi dei campioni. Sul fronte investimenti, quello più caldo è legato alla copertura del Centrale. Da Sport e Salute assicurano che sono stati fatti passi in avanti significativi e che il tetto sarà costruito in tempo utile per l’upgrade del torneo. «Le parole di Cozzoli sono musica per le mie orecchie», aveva detto lunedì il presidente Fit.

Appunto: portare via il tennis dal Foro Italico non conviene a nessuno. Nemmeno a Binaghi.

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