Contro la violenza del femminicidio la forza dell'amore

La panchina rossa che ricorda Federica e il piccolo Andrea
La panchina rossa che ricorda Federica e il piccolo Andrea
di Alessandra MACCHITELLA
Venerdì 17 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo agg. 07:50
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Dividere per moltiplicare, provare dolore per poi creare amore. Le differenze combaciano nel racconto di Rita Lanzon, la mamma di Federica De Luca e nonna del piccolo Andrea, vittime di un terribile fatto di cronaca di 5 anni fa, uccisi dal marito e padre, colui che avrebbe dovuto proteggerli. 

Il riconoscimento

Anche quest’anno la confraternita dell’Addolorata, nell’ambito dei festeggiamenti della Titolare, ha assegnato il premio di bontà “Cuore di donna”, giunto alla sua ventisettesima edizione. Lunedì 14 settembre, sono entrati nel vivo dei festeggiamenti della Confraternita Maria SS.Addolorata e San Domenico per la propria titolare. Dopo la Santa Messa è stato assegnato il premio Cuore di Donna a Rita Lanzon e alla sua mamma Nuccia Mallia. Il premio è stato conferito per l’impegno, oltre l’immenso dolore, nel divulgare la cultura dell’amore e del rispetto contro ogni forma di odio e di violenza sulle donne e sui bambini. La serata è stata accompagnata dal coro Alleluia della rettoria di San Domenico diretto da Michele Riondino. La conduzione è stata invece affidata alla giornalista Marina Luzzi. 
Lanzon ha ricordato il momento in cui ha ricevuto la telefonata da don Emanuele Ferro, parroco di Taranto Vecchia e Padre spirituale della confraternita. «Quando mi ha telefonato don Emanuele Ferro per avvisarmi, sono stata sorpresa – ha raccontato Rita Lanzon - non potevo crederci, la serata è stata molto bella, un’emozione fortissima che ci ha riempito il cuore. Nonostante il grande dolore io e mia madre siamo state accomunate da questo premio, quest’anno eccezionalmente diviso ma con gioia raddoppiata». 
In dono un grande quadro con l’immagine del cuore dell’Addolorata per l’impegno per sensibilizzare i giovani contro la violenza, come se si seguisse l’esempio della Madonna Addolorata ai piedi della croce dalla quale pendeva il Figlio. «Abbiamo portato avanti diversi progetti nelle scuole pugliesi – ha aggiunto Lanzon - in qualche parrocchia e nell’ultimo incontro in una scuola di danza, ora organizzeremo nuovi incontri, avevamo un po’ rallentato causa Covid. Ogni giorno sentiamo storie di donne uccise dai loro compagni e cerchiamo di parlare di rispetto da parte degli uomini, le donne devono imparare a riconoscere i segnali e denunciare. Vorremmo una giustizia più severa, pene certe senza sconti. Le ragazze e i ragazzi devono imparare il rispetto, allontanare la pseudo gelosia fatta di controlli del telefono, dell’abbigliamento e del trucco, non è amore ma possesso. I giovani ci hanno dato tante risposte meravigliose, abbiamo incontrato circa 1500 ragazzi, con mio marito consegnavamo dei bigliettini per scrivere pensieri anonimi, abbiamo ricevuto anche richieste di aiuto che sono poi passate a psicologhe e legali.

Un ragazzo di 14 anni ha chiesto consiglio su cosa fare per uscire da una situazione violenta in famiglia. Abbiamo combattuto la violenza anche mostrando la foto di nostra figlia dopo l’omicidio – ha concluso - una scelta forte ma vogliamo che si guardi in faccia il dramma e trasformare il dolore in amore per ragazze e ragazzi, perché possono salvarsi». 

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