Più di cento piccoli calamari luminescenti si preparano a volare sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) in compagnia di 5.000 orsetti d'acqua (tardigradi), piccoli invertebrati noti per la loro straordinaria capacità di sopravvivere in ambienti estremi: arriveranno in orbita il 3 giugno, a bordo della navetta Dragon della SpaceX, e saranno protagonisti di nuovi esperimenti scientifici mirati a studiare strategie per proteggere la salute degli astronauti nelle missioni spaziali di lunga durata. I piccoli calamari, lunghi appena tre millimetri, appartengono alla specie Eupryma scolopes e si illuminano al buio grazie alla presenza di un batterio bioluminescente che vive nel loro organismo: per questo motivo costituiscono un modello per studiare la simbiosi tra l'animale e i microrganismi ospitati al suo interno.
Water bears are headed for the @Space_Station, but they actually aren't bears at all! Tardigrades are micro-animals that can survive in harsh places like space. Learn about these eight-legged creatures on this week’s “Houston We Have a Podcast.”
— NASA's Johnson Space Center (@NASA_Johnson) May 28, 2021
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Grazie all'esperimento 'Umamì (Microgravity on Animal-Microbe Interactions), ideato dalla ricercatrice Jamie Foster dell'Università della Florida, si potrà verificare se la vita nello spazio altera questa relazione: i risultati aiuteranno a capire cosa accade in orbita ai batteri che vivono nell'organismo degli astronauti, con importanti ricadute anche sulla salute di noi terrestri.
«Potremmo imparare qualche trucchetto che usano i tardigradi e adattarlo per la salvaguardia degli astronauti», spiega il ricercatore. Informazioni altrettanto preziose potranno arrivare anche dagli altri esperimenti che arriveranno sulla ISS settimana prossima: 'Kidney Cells-02', per esempio, studierà come prevenire i calcoli renali che spesso tormentano gli astronauti grazie a un mini rene riprodotto in 3D su un chip, mentre l'esperimento TIC TOC studierà come la pianta del cotone sviluppa le radici in microgravità per ottenere nuove varietà più resistenti che richiedano meno acqua e pesticidi.