Luca Parmitano da oggi primo astronauta italiano comandante «al servizio» della stazione spaziale internazionale Diretta

Luca Parmitano
Luca Parmitano
di Paolo Ricci Bitti
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 02:25 - Ultimo agg. 06:30
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«Buongiorno colleghi, da oggi il comandante Luca Parmitano è ancora di più al vostro servizio». Il giorno è storico, perché oggi il primo astronauta italiano a compiere una passeggiata spaziale diventerà anche il primo italiano a rivestire il ruolo di comandante della stazione internazionale, la più complessa macchina spaziale mai costruita dall'uomo che da 20 anni ci sfreccia a 28.800 kmh a 400 chilometri di altezza sulle nostre teste e che consente di effettuare gli  esperimenti che migliorano la nostra di tutti i giorni e che dovranno riportare l'uomo sulla Luna per poi spingersi verso Marte.

Parmitano, 43 anni appena compiuti, catanese, è anche colonello pilota sperimentatore dell'Aeronautica militare ed è quindi abituato a gradi e gerarchie, ma fin dall'annuncio della nomina ha chiarito lo spirito con cui guiderà l'avamposto dell'umanità nello spazio, come lo chiama l'amica Samantha Cristoforetti.

«Metterò la mia esperienza al servizio dei colleghi, tutti ottimi prefessionisti e amici: darò il massimo perché possano farlo anche loro per la migliore riuscità della missione Beyond dell'Agenzia spaziale europea. Comandare vuol dire sapere ascoltare, sapere cogliere umori e toni degli altri astronauti, sempre in loro sostegno, assumendosi le responsabilità di tutto quello che avviene, non ho mai inteso i gradi come un esercizio di potere. E poi proprio la stazione spaziale internazionale è l'esempio più affascinante di ciò che può creare l'uomo se dimentica confini e appunto gerarchie».
 

 

Il comandante al servizio dell'Iss è tuttavia solo il terzo europeo ad essere stato nominato in accordo con le due grandi potenze spaziali Usa e Russia, che si sono spartite sin qui oltre il 90% di questi ruoli. Un altro riconoscimento, insomma, alle qualità di Luca Parmitano e alla sua preparazione che ha fatto felice anche la moglie Kathy e le figlie Maia e Sara.

Nato a Paternò il 27 settembre 1976, Parmitano è stato selezionato come astronauta dell'Esa nel 2009. E' stato poi stato assegnato nel 2011 come ingegnere di volo alla prima missione di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sulla Iss. Partito il 28 maggio 2013 per la missione Volare, ha trascorso 166 giorni nello spazio, portando avanti oltre 20 esperimenti e prendendo parte a due attività extraveicolari e all'attracco di quattro navette.

L'astronauta in forza all'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sarà il terzo europeo a capo dell'Iiss dopo il belga Frank De Winne nel 2009 e il tedesco Alexander Gerst nel 2018. Oggi riceverà il testimone dal russo Alexei Ovchinin: con il passaggio di consegne prenderà il via la Expedition 61, mentre la missione Beyond dell'Esa entrerà nella sua seconda parte.
 




I prossimi quattro mesi saranno ancora più ricchi di attività sull'Iss dove ogni mattina gli astronauti si alzano sapendo di dover rincorrere l'inflessibile "linea verde", un'agenda che detta tempi e modi di millanta test ed esperimenti perché ogni minutu lassù costa caro e deve sfruttato al massimo: sono in programma almeno sei passeggiate spaziali per prolungare la vita dello spettrometro AMS-02, ovvero il "cacciatore" di antimateria installato nel 2011 e a fine novembre lo stesso Parmitano dovrà comandare da remoto un robot sulla Terra per raccogliere campioni geologici nell'esperimento Analog-1.

L'astronauta italiano è partito per la missione Beyond il 20 luglio scorso dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, a bordo della capsula Soyuz Ms-13 spinta dal lanciatore Soyuz Fg. Con lui astronauta americano della Nasa Andrew Morgan e il cosmonauta Alexander Skvortsov, dell'Agenzia Spaziale Russa Roscosmos. 

Parmitano è stato il primo italiano ad effettuare un'attività extraveicolare (Eva) il 9 luglio 2013, con 6 ore e 7 minuti di passeggiata nello spazio. Il 16 luglio il bis ma con il terrificante imprevisto del guasto alla tuta spaziale che rischiò di farlo annegare in orbita. La Nasa ha poi riconosciuto all'italiano non solo un'enorme dose di sangue freddo per essersela cavata, ma anche le capacità tecniche di guidare la progettazione dei nuovi sistemi di compensazione termica delle tuta: "Gli dobbiamo la vita dei nostri astronauti" ammise con ammirazione la Nasa.

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