Misure sbagliate e test al risparmio: ecco perchè la sonda Schiaparelli si è schiantata su Marte

Un'immagine artistica della sonda Schiaparelli
Un'immagine artistica della sonda Schiaparelli
di Enzo Vitale
Mercoledì 23 Novembre 2016, 22:00 - Ultimo agg. 24 Novembre, 20:59
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Test affidati a ditte inesperte ed errori dovuti ad alcuni strumenti a bordo della sonda dell'Ente spaziale europeo. Strumenti, naturalmente, non progettati da ricercatori italiani. Questi, molto probabilmente, i motivi dello schianto di Schiaparelli sulla superficie marziana rivelati dall'Esa.
Ma andiamo con ordine.

IL SISTEMA IMU (CHE NON E' UNA TASSA)
Si chiama Imu uno dei maggiori responsabili del fallimento dello sbarco, un acronimo che ci ricorda una tassa che ben conosciamo ma che nella realtà significa Inertial Measurement Unit (unità di misura inerziale). Sembrerebbe che siano stati proprio i dati sbagliati forniti dai sensori di questo strumento a mandare in tilt il computer di bordo.
Il primo a fornire dettagli sul caso era stato il cacciatore di bufale Paolo Attivissimo su Il Disinformatico, lo scorso 29 ottobre. Il debunker aveva azzeccato prima di tutti gli altri i motivi del fallimento spiegando che era bastato  l'errore di un secondo, da parte dell'unità che misura assetto e accelerazione, per 'ingannare' il lander e farlo precipitare da un'altezza dal suolo del pianeta rosso di quasi 4 chilometri.

PARLANO I RESPONSABILI ESA
«La ricostruzione dell'incidente di Schiaparelli, frutto di simulazioni al computer -ha detto David Parker, direttore della sezione Voli Abitati ed Esplorazione Robotica dell'Esa-, rappresenta ancora una conclusione molto preliminare delle nostre indagini tecniche», mentre il direttore generale dell’Esa, Johann-Dietrich Wörner, ha demandato all’ispettore generale della stessa Esa il compito di istituire una commissione d’inchiesta indipendente ed esterna, con rappresentanti delle varie agenzie, fra le quali l’Agenzia spaziale tedesca, l'italiana Asi ed esperti competenti in discipline correlate specifiche. «Le conclusioni -ha chiosato- sono attese per le prossime settimane».

IL TEST ROMENO
Prima dell'intervento dell'Esa c'erano state pesanti critiche da uno scienziato italiano direttamente interessato alla missione sul pianeta rosso. «Il test da pallone che doveva essere svolto da un’organizzazione esperta di lanci stratosferici, è stato da Esa prima assegnato a un’organizzazione non dotata di una competenza specifica sufficiente, ma dopo essere stato preparato è stato in seguito cancellato». L'accusa arriva da Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana della missione ExoMars. Per Flamini, pur di risparmiare un milione di euro, l'Esa avrebbei affidato a una ditta romena priva di competenze specifiche sul settore. Per avere risposte certe, è sempre Flamini a parlare, il test avrebbe dovuto effettuarlo la Swedish space corporation, una società molto più affidabile della romena Arca.

PROSEGUE LA MISSIONE DI TGO IN OBITA INTORNO A MARTE
Nel frattempo la missione di Tgo, Trace Gas Orbiter, la navetta da cui Schiaparelli si era distaccato, prosegue senza intoppi. Attualmente la sonda dell'Esa è in orbita intorno al pianeta rosso e si prepara ad effettuare le prime osservazioni. Per tutto il 2017 proverà le manovre per l'inserimento in un'orbita a 400 chilometri di quota, mentre lo studio vero e proprio partirà solo da marzo 2018.

enzo.vitale@ilmessaggero.it
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