La missione di Clementina: un po' di Napoli verso il Sole

La missione di Clementina: un po' di Napoli verso il Sole
di Francesca Mari
Domenica 20 Ottobre 2019, 09:00 - Ultimo agg. 15:40
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«Per aspera ad astra», attraverso le difficoltà alle stelle. O meglio, al Sole. E Clementina Sasso, astrofisica e ricercatrice di Torre del Greco, per anni precaria fino all'assunzione arrivata meno di un anno fa all'Osservatorio di Capodimonte, sa bene cosa significa, dopo tante asperità, essere «a un passo dal Sole». Lei che è tra i responsabili del team campano dell'Osservatorio - insieme al casertano Vincenzo Andretta e al tedesco-napoletano d'adozione Thomas Straus - che prende parte alla Solar Orbiter, la missione dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Nasa che punta ad osservare il sole dal punto più vicino mai raggiunto con attrezzatura telescopica. La sonda che partirà il 6 febbraio da Cape Canaveral ha completato tutta la campagna test, a cui hanno lavorato scienziati di tutto il mondo, e il prossimo 31 ottobre volerà verso la Florida per la preparazione al lancio.
 
Sulla sonda ci sono dieci strumenti per studiare il sole, uno americano e gli altri nove europei, tra i quali uno italiano, il coronografo Metis, la cui costruzione è stata coordinata e finanziata dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) coinvolgendo diverse istituzioni del paese (le Università di Firenze e Padova, gli Osservatori astrofisici Inaf di Torino, Padova, Napoli, Catania e l'Inaf-Sf di Milano). Clementina Sasso, 40enne, sposata e madre di due bambini, di questo complesso e sofisticato progetto è uno dei cardini: è infatti la co-chair co-responsabile) del gruppo di modellistica e di analisi dati dell'intera missione, e la responsabile del planning e della comunicazione di Metis. «Solar Orbiter, grazie alla sua particolare orbita inclinata rispetto al piano su cui ruota la terra intorno al sole spiega l'astrofisica - osserverà per la prima volta i poli solari che sono fondamentali per capire il campo magnetico e l'attività del Sole. Metis, in particolare, è un coronografo, uno strumento che occultando il disco solare simula un'eclissi e ci da la possibilità di osservare la corona solare, la parte più esterna dell'atmosfera solare, e di studiare le proprietà del vento solare e delle tempeste magnetiche. Questi studi - dice la Sasso con naturalezza - ci aiuteranno a capire le relazioni delle particelle che arrivano dal sole con la terra, immersa, come tutto il sistema solare, in questo vento che può influenzare fortemente i sistemi elettrici a terra». Il team di Napoli si sta occupando da tempo della sonda e, in particolare, delle operazioni del Metis di cui la Sasso sarà responsabile per i 10 anni di durata della missione del planning, cioè della programmazione di tutte le osservazioni che saranno fatte. Non solo, l'astrofisica di Torre del Greco è la numero due del gruppo internazionale che si occupa dell'attività scientifica di tutta la Solar Orbiter. «A Napoli ci siamo occupati e ci occuperemo prosegue la ricercatrice - delle operazioni scientifiche di Metis e, in particolare, di programmare il tipo di osservazioni che dovrà fare. In seguito, con l'arrivo dei dati ci occuperemo della loro analisi per trarne risultati scientifici. Il gruppo internazionale di cui sono co-chair è addetto a fare modelli di previsione dell'attività solare, legando le particelle che arrivano alla sonda con la loro provenienza dalla superficie solare, coinvolgendo tutti gli strumenti».

Il coronamento di un sogno per Clementina, che a sei anni conosceva a memoria le orbite di tutti i pianeti e non ha mai avuto dubbi sul lavoro che avrebbe fatto da grande: arrivare alle stelle. Laureata in Fisica alla Federico II, dopo il dottorato al Max Plank Institute in Germania dove ha lavorato con Sami Solanki, uno dei maggior esperti al mondo in Fisica Solare, è poi stata assunta come precaria all'Osservatorio, fino all'anno scorso quando ha vinto il concorso e il suo contratto a tempo indeterminato. «Avevo l'opportunità di continuare a lavorare all'estero, ma ho scelto di tornare a Napoli, dove c'è un gruppo altrettanto eccellente. E a febbraio - dice con un filo di emozione - sarò a Cape Canaveral ad assistere al lancio di Solar Orbiter. E ripenserò ai miei sogni di bambina».
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