Alla base di tutto c'è l'Intelligenza Artificiale usata per generare trasformazioni realistiche dei volti di persone nelle fotografie o nei video. Ma l'app FakeYou è molto più veloce e facile da utilizzare rispetto alle sorelle maggiori perché utilizza solo le voci di attori, politici o personaggi noti per fargli dire ciò che si vuole. Ieri però il Garante della privacy ha aperto un'istruttoria nei confronti della società che fornisce l'app, poiché c'è preoccupazione di «potenziali rischi che potrebbero determinarsi da un uso improprio di un dato personale, quale è appunto la voce».
A tutti sarà capitato di vedere ritratti di persone in foto d'epoca che prendono vita oppure personaggi noti da bambini che ripetono le dichiarazioni pronunciate da adulti, come pure politici che pronunciano discorsi totalmente falsi come accaduto pochi mesi fa a Zelensky che esortava gli ucraini ad arrendersi.
Nelle ultime settimane finti messaggi vocali dei vip girano su TikTok e proprio per questa divulgazione virale che il Garante per la privacy ha aperto l'istruttoria su Fakeyou. Il Garante della privacy insiste che i deepfake provocherebbero «potenziali rischi» con «un uso improprio di un dato personale» e ha chiesto alla società di FakeYou di «trasmettere con urgenza ogni possibile elemento utile a chiarire l'iniziativa» e in particolare «fornire le modalità di costruzione della voce dei personaggi famosi, il tipo di dati personali trattati, nonché le finalità del trattamento dei dati riferiti ai personaggi noti e agli utenti che utilizzano l'app». Inoltre, è richiesta «l'ubicazione dei data center che archiviano i dati personali, sia con riferimento agli utenti registrati dall'Italia, sia ai personaggi noti, e le misure tecniche ed organizzative adottate per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio».