Fortnite, giudice Québec autorizza azione legale dei genitori contro videogame. «Crea dipendenza, come la cocaina»

Approvata la class action

Il videogame Fortnite
Il videogame Fortnite
di Leonardo Iattarelli
Domenica 11 Dicembre 2022, 15:29 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 16:28
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Il videogioco Fortnite è diventato un caso. E non si tratta di piccola cosa visto che a farne le spese, dal punto di vista della salute, sembra siano proprio coloro che si mettono davanti al pc per partecipare al game. Ma andiamo indietro di tre anni: nel 2019, lo studio legale canadese Calex Legal ha chiesto l’approvazione per presentare una class action contro Epic Games per conto di genitori che sostenevano che i loro figli fossero dipendenti da Fortnite e il gioco fosse addirittura come la cocaina. Oggi, un giudice del Quebec ha ora autorizzato la class action, il che significa che la causa può procedere.

IL GIOCO
Ma in cosa consiste il gioco? Fortnite è un videogioco sparatutto in terza persona del 2017, sviluppato da People Can Fly e pubblicato da Epic Games per console e PC. Il gioco presenta tre modalità distinte che condividono lo stesso motore grafico: Salva il mondo, Modalità creativa e Battaglia reale.

Salva il mondo
La modalità Salva il mondo è ambientata in una terra post-apocalittica, dove l’improvvisa apparizione di una tempesta mondiale ha fatto scomparire il 98% della popolazione, in parte sostituita da pericolose creature aliene. Fortnite offre modalità di cooperazione fino a quattro giocatori per il compimento di varie missioni per raccogliere risorse, costruire fortificazioni attorno a obiettivi che hanno lo scopo di aiutare a combattere la tempesta e proteggere i sopravvissuti, e costruire armi e trappole per affrontare le ondate di queste creature. I giocatori ottengono ricompense attraverso queste missioni per migliorare le loro abilità. Il gioco è caratterizzato inoltre da microtransazioni per acquistare valuta di gioco (V-bucks), che può essere utilizzata per ottenere aggiornamenti.

Questa modalità è stata pubblicata su Microsoft Windows, PlayStation e Xbox.

Modalità creativa
Nella modalità creativa, gratuita come Fortnite Battle Royale, si possono creare mappe e giochi con le regole che si vogliono. Pubblicata nel dicembre 2018, ha riscosso molto successo e viene spesso aggiornata con nuovi contenuti. Le costruzioni e caratteristiche sono analoghe al Battle Royale, e ogni microtransazione eseguita in una delle due modalità sarà automaticamente trasferita nell’altra e viceversa. È disponibile gratuitamente su ogni piattaforma insieme a Fortnite Battle Royale.

Battaglia reale
La modalità Battaglia reale di Fortnite è ambientata su un’isola in cui 100 giocatori lottano per la sopravvivenza. Questi si lanciano da un autobus volante, planando e atterrando in un luogo a scelta della mappa. All’interno del gioco vi sono quattro distinte modalità: singolo, coppie, terzetti e squadre.
La modalità Battaglia reale è stata lanciata ufficialmente da Epic Games il 26 settembre 2017, mentre il trailer è stato pubblicato su YouTube il 20 settembre. Oltre a questa modalità, il gioco presenta diverse modalità a tempo limitato (LTM), come Impostori, una modalità simile al gioco Among Us, che possono anche diventare permanenti, come Rissa a squadre e Party Reale.

L'ACCUSA

I giochi di Fortnite vengono spesso descritti come “assuefacenti”, ma nel caso della causa intentata da un giudice del Quebec il termine viene usato letteralmente. Calex Legal, lo studio legale che rappresenta i genitori, ha dichiarato nel suo dossier che la dipendenza da Fortnite «è simile alla dipendenza da cocaina» e ha anche citato un articolo del 2018 in cui uno specialista comportamentale britannico ha detto che Fortnite «è come l’eroina». La causa sostiene che Epic Games si è avvalsa di “esperti” durante lo sviluppo di Fortnite per garantire la massima dipendenza ai giocatori e non informa le persone dei «rischi e pericoli associati all’uso di Fortnite» quando creano i loro profili di giocatore. La causa afferma inoltre che Epic fa in modo di tenere i ragazzi attaccati al gioco attraverso la promessa di premi, «tra cui la Fortnite World Cup, che offre più di 30 milioni di dollari in denaro».
Un giocatore citato nella causa, che aveva 13 anni quando è stata presentata l’azione legale, sarebbe passato dal giocare «poche ore alla settimana a diverse ore al giorno» nel corso di soli due anni. Si afferma che il ragazzo spesso gioca fino all’una di notte. Viene poi riportato l’esempio di un altro, che ha solo 10 anni, il quale litiga con i genitori per giocare a Fortnite e diventa «molto aggressivo e volgare» mentre gioca. Il bambino di 10 anni ha anche speso quasi 600 dollari in V-bucks di Fortnite, anche se non è chiaro se ciò sia avvenuto all’insaputa o meno dei genitori.

Naturalmente, la causa cita anche la recente decisione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di considerare il «disturbo da videogioco» come una vera malattia, oltre a vari articoli pubblicati dai media come «Altre prove che Fortnite fa male alla salute di tuo figlio».
«Gli effetti della dipendenza da videogiochi, incluso Fortnite, sul cervello dei bambini sono particolarmente dannosi in quanto, quando sono continuamente attaccati alle loro macchine, sviluppano gravi carenze nella loro capacità di integrare l’intero spettro delle emozioni», si legge nella causa. «Gli specialisti riferiscono di lacune nel vocabolario e nell’integrazione sociale. È infatti riconosciuto che l’uso continuo di dispositivi elettronici provoca cambiamenti significativi alla corteccia prefrontale del cervello umano, cambiamenti che colpiscono in particolare i giovani cervelli in via di sviluppo. “L’aspetto della dipendenza di Fortnite è riconosciuto in tutto il mondo ed è stato anche paragonato, come già detto, all’eroina in un articolo intitolato “La dipendenza da Fortnite sta spingendo i bambini alla riabilitazione dai videogiochi“ e in un articolo intitolato “Oltre i numeri: Fortnite può creare dipendenza come l’eroina”.
L’approvazione della class action è solo l’inizio del processo, ma è un grande passo avanti, poiché il giudice ha dichiarato che i genitori coinvolti «hanno un caso difendibile da presentare. La Corte ritiene che i fatti addotti in relazione ai figli dei ricorrenti consentano di affermare, se messi in relazione con le dichiarazioni di alcuni esperti in merito alla creazione di una dipendenza dai videogiochi, e più in particolare da Fortnite, che i ricorrenti hanno una valida richiesta di risarcimento per responsabilità da prodotto contro i convenuti», si legge nella sentenza. «La richiesta non sembra essere frivola o manifestamente infondata».


LA DIFESA
La casa di produzione Epic games, ovviamente, vede la questione in modo molto diverso. «Disponiamo di controlli parentali leader nel settore che consentono ai genitori di supervisionare l’esperienza digitale dei loro figli», ha dichiarato Natalie Munoz, portavoce di Epic, in una dichiarazione inviata a PC Gamer. «I genitori possono ricevere rapporti sulle ore di gioco che tengono traccia del tempo in cui i loro figli giocano ogni settimana e richiedono l’autorizzazione dei genitori prima di effettuare acquisti, in modo da poter prendere le decisioni giuste per la loro famiglia. Abbiamo anche aggiunto di recente un limite di spesa giornaliero predefinito per i giocatori di età inferiore ai 13 anni». «Abbiamo intenzione di combattere in tribunale - continua Epic -. Questa recente decisione permette solo di procedere con il caso. Crediamo che le prove dimostreranno che è privo di merito».

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