Le App di Apple e Android funzionano come «spie»: dati condivisi senza permesso

Le App di Apple e Android funzionano come «spie»: dati condivisi senza permesso
Sabato 21 Novembre 2015, 02:30 - Ultimo agg. 6 Novembre, 14:28
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Le applicazioni per i dispositivi Apple e Android sono come «spie»: condividono con altre piattaforme - come Google, Apple e Facebook - una grande quantità di informazioni personali degli utenti e non sempre richiedendone esplicito permesso.



Lo afferma una ricerca del Mit e degli atenei di Harward e Carnegie-Mellon condotta su 110 applicazioni disponibili su Google Play e App Store. Dallo studio è emerso che le applicazioni per Android di Google sono più inclini di quelle per la piattaforma iOS di Apple a condividere informazioni personali come il nome e l'indirizzo di posta elettronica (73% delle app Android contro il 16% di iOS).



Il rapporto si inverte sui dati di localizzazione, condivisi più dalle app iOS (47%) rispetto a quelle Android (33%). Quanto a informazioni sensibili, come quelle mediche, i ricercatori hanno rilevato che 3 applicazioni di salute e fitness su 30 analizzate condividono con terzi ciò che gli utenti cercano online e i dati immessi nelle app. Tra i domini che ricevono il grosso dei dati condivisi dalla maggior parte delle app al primo posto c'è Google, seguito da Apple e Facebook. Interpellata dalla Bbc, l'associazione Privacy International afferma che in questo modo i nostri dispositivi «ci tradiscono».



Questa ricerca è in linea con un altro recente studio, dell'Università della Pennsylvania, secondo il quale a condividere informazioni personali degli utenti a vantaggio di terze parti, senza che i consumatori ne siano consapevoli, sono ben 9 siti web su 10.