«La valutazione della temperatura di un edificio è basata, sin dalle prime ricerche negli anni '60, su parametri medi maschili - afferma l'autore principale dello studio, Boris Kingma - Vogliamo invece sottolineare le differenze fra il consumo energetico a riposo di lui e di lei e suggerire che è importante considerarle quando si definiscono gli standard di climatizzazione interna».
Una questione definita «sessista» da una giornalista, in una rubrica sul Washington Post, questa delle differenze di genere e dell'aria condizionata, che tante discussioni e malumori causa in tanti palazzi in queste calde giornate lavorative. Non è solo una questione di vestirsi più leggere e meno coperte dei maschi o di fare i capricci: lo studio olandese sostiene che le donne davvero soffrono con le temperature giuste per lui. Basterebbe alzarle di 2-3 gradi per non farle più rabbrividire.