Facebook, la minaccia di Unilever: «Basta pubblicità se non diminuiscono violenza e fake news»

Facebook, la minaccia di Unilever: «Basta pubblicità se non diminuiscono violenza e fake news»
Martedì 13 Febbraio 2018, 09:44 - Ultimo agg. 17:13
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Unilever ha minacciato colossi tecnologici come YouTube e Facebook facendo capire che non piazzerà più le sue pubblicità sulle varie piattaforme se non faranno di più per lottare contro contenuti violenti e fake news. Nel corso della riunione annuale «Interactive Advertising Bureau» prevista oggi in California, il direttore marketing di Unilver, Keith Weed, dirà che il colosso britannico dei beni al consumo «non investirà in piattaforme o in ambienti che non proteggono i nostri bambini o che creano divisioni nella società e che promuovono rabbia e odio». Weed è destinato a inviare un messaggio chiaro: stando al testo del suo discorso, ottenuto dal Wall Street Journal, verrà detto che Unilever «darà priorità a investimenti solo sulle piattaforme responsabili che sono impegnate nel creare un impatto positivo sulla società».

L'avvertimento di Unilever è significativo dal momento che il gruppo è uno dei principali inserzionisti al mondo e che lo scorso anno ha speso 9 miliardi di dollari in attività di marketing per marchi come il tè Lipton, il sapone Dove e le zuppe Knorr. In una intervista al Wsj, Weed ha fatto sapere che l'azienda intende lavorare con ogni colosso tecnologico per trovare soluzioni. Unilever ha già avviato un confronto con aziende come Facebook, Google, Twitter, Snapchat e Amazon. Travolti dalle polemiche anche dai legislatori Usa, i colossi tecnologici hanno iniziato ad adottare iniziative per risolvere il problema. Facebook per esempio ha annunciato cambiamenti nel suo algoritmo per migliorare la qualità dei contenuti che appaiono sulla piattaforma. Anche YouTube ha fatto migliorie alla sua tecnologia dando agli inserzionisti più controllo su dove i loro messaggi promozionali appaiono.

Per il direttore marketing di Unilver, il sito di video parte di Google (controllata di Alphabet) «non ha ancora fatto abbastanza per proteggere i bambini». Quanto a Facebook, «c'è ancora lavoro da fare». L'Interactive Advertising Bureau è un appuntamento in cui si ritrovano ì più grandi inserzionisti al mondo. Lo scorso anno era stata Procter & Gamble - l'azienda che investe più di tutti in pubblicità - a dare un ultimatum ai giganti digitali per ripulire le inserzioni online. Un anno dopo, il direttore marchi di P&G, Marc Pritchard, ha detto al Wsj che «i progressi sono stati notevoli» e che il 90% delle richieste fatte è stato soddisfatto.

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