Samsung ha da poco annunciato i risultati di “Hybrid Living Futures”, una ricerca sviluppata in collaborazione con The Future Laboratory, che scatta una fotografia su come i cittadini europei si siano adattati ad uno stile di vita sempre più ibrido e sull’impatto di questa nuova modalità di vita sul futuro delle abitazioni e dei luoghi di lavoro.
Lo studio, che ha coinvolto oltre 14.000 persone in tutta Europa, inclusa l’Italia, rivela che i modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono ormai superati. Emerge, infatti, una forza lavoro più agile, spinta dal desiderio di turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati. L’86% dei soggetti che hanno adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale basato sugli orari. Percentuale in linea anche in Italia (83%), con un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18. La percentuale di coloro che preferiscono attenersi agli orari tradizionali crolla al minimo in Germania (7%), Svezia (11%) e Polonia (12%).
Meik Wiking, fondatore e CEO di The Happiness Institute, che ha collaborato con Samsung per sondare il futuro dei modelli lavorativi, spiega: “Man mano che la flessibilità entra nelle nostre vite e i confini con il “presenteismo” si fanno sfocati e non ben definiti, le persone cercano una guida per trovare il giusto equilibrio tra produttività e benessere in un momento in cui lo stile di vita ibrido fa emergere una serie di sfide”.
Oltre la metà degli intervistati in Italia, il 55%, dichiara che grazie a uno stile di vita ibrido ha visto un incremento del numero di ore di tempo libero, dedicate alla famiglia nel 47% dei casi e per il 43% trascorse facendo esercizio fisico. Il nuovo stile di vita ha permesso, inoltre, di migliorare sensibilmente la qualità di alcuni aspetti della quotidianità, tra cui il tempo passato con la famiglia, i momenti di relax e la produttività.
Per adattarsi alla vita ibrida, quattro italiani su cinque hanno provveduto a fare miglioramenti nelle proprie case, o pianificano di farli, per abbracciare al meglio tutto ciò che la nuova quotidianità ci richiede. Per adattarsi ai cambiamenti in corso, la tecnologia si è rivelata sicuramente un ottimo alleato. Per sette italiani su dieci, infatti, la tecnologia li ha aiutati ad adattarsi alla nuova routine. Se da un lato, però, a livello europeo gli intervistati hanno mostrato grande maestria nell’arte dello stile di vita ibrido, dall’altro uno su cinque (18%) fatica a staccare dal lavoro e oltre un quarto (26%) ha l’impressione di lavorare ininterrottamente o fino a tardi la sera, mentre c’è un 41% di persone che utilizza il tempo risparmiato sui viaggi per svolgere le faccende di casa.
Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle nostre abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido e nel rispetto dei confini. L’80% degli Italiani (vs. 66% degli Europei) ha apportato migliorie all’interno delle proprie abitazioni, o le stanno pianificando, per agevolare lo stile di vita ibrido; il 42% (vs. 48% degli europei) ha addirittura creato nuovi spazi in casa per adattarla a uno stile di vita più ibrido e infine il 44% (vs. 41% degli Europei) ha deciso di traslocare, scegliendo un immobile più adeguato alle esigenze di questo nuovo stile di vita.
Meik Wiking aggiunge ancora: «La tecnologia smart ha aiutato gli europei a destreggiarsi tra vita personale e vita professionale, tanto che uno su cinque utilizza già l’Internet of Things e i dispositivi smart, tuttavia ci sono ancora ampi margini di miglioramento. In prospettiva, è probabile che la tecnologia assuma il compito di monitorare non solo il nostro benessere fisico, ma anche la nostra salute mentale e la nostra felicità, e che i dispositivi smart diventino i nostri assistenti del benessere».