Stop ai ladri di biciclette, tutto grazie ad un microchip: «Sarà obbligatorio»

Stop ai ladri di biciclette, tutto grazie ad un microchip: «Sarà obbligatorio»
Domenica 25 Ottobre 2015, 12:16 - Ultimo agg. 13:18
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Vita dura per i ladri di biciclette se verrà approvata la proposta di legge del deputato del Movimento 5 stelle Paolo Bernini, che punta a rendere obbligatorio l'inserimento di un microchip che consenta di seguire i mezzi su tutto il territorio nazionale, favorendone così il recupero e la restituzione ai proprietari.



La Federazione italiana amici della bicicletta stima che ogni anno nel nostro Paese vengano rubate 320mila biciclette, con un danno economico valutato in 150 milioni di euro. L'aumento dei furti fa crescere il mercato nero, visto che il 30-40 per cento di essi non viene denunciato e le vittime preferiscono rivolgersi ai ricettatori per riavere a disposizione un mezzo. Inoltre a essere presi di mira spesso non sono solo i singoli proprietari, ma professionisti e commercianti del settore.



Di qui il rimedio studiato da Bernini, prendendo spunto dal modello e dalla tecnologia utilizzati ormai da una decina di anni per combattere il randagismo di cani e gatti: dotare obbligatoriamente le bici di un microchip con una vita media di circa ottanta anni e senza una batteria da ricaricare o sostituire.



Una volta installato in un punto del telaio, nascosto, poco visibile e reso inamovibile, permetterebbe, spiega Bernini l'identificazione, tramite un lettore in uso alle Forze di polizia locale, della bicicletta in tutto il territorio nazionale, favorendone così il recupero e la restituzione al legittimo proprietario. Si tratterebbe, precisa sempre il deputato Cinquestelle, di un dispositivo da non confondere con il sistema di localizzazione di tipo Gps e quindi non rintracciabile da satellite e in grado di garantire la privacy. La proposta di legge parte dal presupposto che «la Repubblica promuove l'utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto essenziale per una mobilità sostenibile» e quindi occorre intervenire per «prevenire il reato di furto e favorire la restituzione di tale bene mobile in caso di ritrovamento».



Così, dopo un anno dall'entrata in vigore della legge, è previsto che venga introdotto un sistema identificativo per biciclette, tramite microchip, e l'istituzione di una banca dati nazionale presso il ministero dell'Interno, contenente i dati degli utenti memorizzati in ogni microchip, consultabile direttamente dalle Forze di polizia. I dati elettronici non possono però essere utilizzati a fini fiscali. Da quel momento in poi tutte le biciclette messe in vendita dovranno essere dotate di microchip, mentre i proprietari di quelle acquistate precedentemente potranno scegliere se installare il dispositivo o meno. I Comuni dovranno poi dotarsi di lettori di microchip in un numero proporzionato alla popolazione residente, che arriverà fino a trenta per i centri con oltre 800mila abitanti.



Previste sanzioni amministrative per chi vende biciclette senza il meccanismo di ricerca, 500 euro per ogni mezzo che ne è privo; per gli esercizi commerciali che non ne verificano l'installazione al momento dell'acquisto da terzi, 700 euro.
Sanzione amministrativa di 700 euro e reclusione fino a tre mesi per chi rimuove o manomette il dispositivo. Somme destinate ad alimentare un fondo istituito presso il ministero dell'Interno per la gestione della banca dati nazionale, per il quale sono previsti 500mila euro per il primo anno di entrata in vigore della legge e 200mila per quelli successivi.