Samsung ha celebrato ieri i suoi 30 anni di presenza in Italia, confermando l’impegno a sostenere l’innovazione digitale del nostro Paese. Nell’occasione, il colosso tecnologico sud coreano ha rilasciato i dati di una ricerca condotta in collaborazione con il Politecnico di Milano, con la quale vengono delineate le macro-tendenze e gli scenari digitali del futuro connessi alle aspettative degli italiani nei confronti delle aziende tecnologiche e delle loro future innovazioni.
Tecnologia come facilitatore per la qualità di vita delle persone e come mezzo prezioso per migliorare il mondo in cui viviamo.
La Smart Home è il luogo da dove partire per ridurre l’impatto sull’ambiente: il 54% delle persone ascoltate associa la casa intelligente alla possibilità di controllare e ridurre i consumi, il 37% ritiene che grazie ad una casa connessa, sia possibile rendere la propria vita domestica più sostenibile. A questo riguardo, il 48% degli intervistati pensa che la Smart City debba rispecchiare l’idea di un luogo sostenibile, nel pieno rispetto del pianeta e delle esigenze del singolo. Il mondo dell’istruzione non è esente da questo cambiamento, in quanto le tecnologie moderne stanno poratando la didattica attuale verso un approccio più ibrido. L’87% degli intervistati è fiducioso che questo avverrà ed auspica scenari didattici futuri dove, ad esempio, la realtà aumentata possa consentire di seguire lezioni in aula o da remoto completamente immersive e interattive.
Lo studio mette altresí in luce come le nuove tecnologie siano sempre più associate al miglioramento delle aspettative di vita attraverso strumenti per monitorare il benessere fisico, la salute e la sicurezza personale. Tra i possibili scenari derivanti da una sempre più pervasiva connettività, la diffusione di dispositivi per la salute risulta essere infatti il più interessante per il 58% degli italiani, mentre la sicurezza è una delle principali caratteristiche cercate dagli intervistati nella casa del futuro, lo afferma il 46% del campione. Non è tutto: la sicurezza si conferma fra le tematiche più sentite dagli italiani anche nel contesto cittadino: in una smart city, la presenza di tecnologie per il monitoraggio di situazioni di pericolo e di telecamere intelligenti per il rilevamento di situazioni pericolose sono ritenute interessanti da rispettivamente l’81% e il 76% degli intervistati.
La remotizzazione, ovvero lo svolgimento di operazioni e attività a distanza, è l’altro tema su cui le persone intervistate sono state chiamate a fornire un’opinione. Se prima della pandemia questa tendenza riguardava prevalentemente il mondo dell’impresa, ora il concetto si è esteso a qualunque ambito della nostra vita, grazie anche a una migliore connettività che consente una maggiore diffusione di servizi smart sia nelle case sia in città. In tema di 5G per esempio, smart city e dispositivi per il monitoraggio dello stato di salute sono gli scenari più interessati alla diffusione di questo nuovo standard. In particolare, il 37% degli intervistati associa i benefici del 5G allo smart working mentre il 32% alla realizzazione effettiva di una smart home. Remotizzazione è un concetto che sempre più spesso ora è associato alla casa intelligente e, secondo il 65% degli intervistati, la tecnologia attuale è già in grado o lo sarà entro i prossimi 5 anni di rendere un’abitazione totalmente autonoma e domotica.
In questo scenario, diventa cruciale il ruolo delle aziende tech nel farsi promotrici del cambiamento e accompagnare le persone verso il futuro. La ricerca evidenzia le aspettative degli italiani in questo senso: per migliorare la qualità della vita e il nostro futuro viene ritenuto necessario che le aziende tecnologiche mettano al centro della propria strategia la sostenibilità, la formazione e una maggiore accessibilità della tecnologia affinché sia davvero alla portata di tutti.