Onde medie, è finita l'era della radio che ha unito l'Italia: le antenne saranno abbattute

Onde medie, è finita l'era della radio che ha unito l'Italia: le antenne saranno abbattute
di Gianni Molinari
Giovedì 8 Settembre 2022, 10:00 - Ultimo agg. 11 Settembre, 10:00
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Il prossimo 11 settembre la Rai cesserà le trasmissioni sulle onde medie, quelle contraddistinte sulle radio dalla sigla Am con banda di ricezione da 526 a 1620 kilohertz.

La concessionaria del servizio pubblico radio-tv lo ha comunicato incidentalmente avvisando che «dall'11 settembre 2022, causa cessazione delle trasmissioni radiofoniche Rai in modulazione onde medie, le audiodescrizioni dei programmi televisivi per i non vedenti saranno disponibili solo sui canali audio dedicati della televisione digitale terrestre e online».

La decisione era nell'aria da anni, all'orizzonte sin dal 2004 quando la Rai avviò la chiusura di molti degli impianti di trasmissione e ai restanti affidò il segnale unificato di Radio 1. 

Eppure non è una decisione priva d'impatto, né di proteste. La trasmissione in onde medie è cominciata più o meno un secolo fa nel 1924 con l'Uri (poi Eiar e, infine, Rai): erano gli albori della radiofonia. Nel Paese era forte l'impressione della scoperta di Guglielmo Marconi di poter comunicare senza fili da un capo all'altro del mondo e la radio divenne il primo elemento di unificazione culturale del Paese dopo l'Unità.

Le onde medie hanno accompagnato l'Italia nella guerra, in modo ben più ampio dei cinegiornali dell'Istituto Luce, e poi nella Liberazione (Qui Radio Londra).

Man mano - con l'avanzare della ricerca sulle onde radio e le loro caratteristiche - alle onde medie si sono accompagnate nuove modalità di trasmissione: anzitutto la modulazione di frequenza che ha assicurato un ascolto di qualità superiore, poi i satelliti, la Dab+ (la radio digitale) e internet.

Ma le onde medie, rispetto a tutte queste altre modalità di trasmissione, hanno una caratteristica che le rende inaffondabili: un ripetitore di media potenza può coprire aree molto vaste che diventano vastissime la notte quando il gioco del rimbalzo delle onde elettromagnetiche tra terreno e ionosfera apre orizzonti impensabili. Perché la differenza tra le onde medie e la modulazione di frequenza - che è forza e allo stesso tempo debolezza - è proprio nella modalità di trasmissione: il segnale (volendolo spiegare in modo molto semplificato) in onde medie rimbalza tra la ionosfera e il terreno, quello della modulazione di frequenza viaggia in linea retta ed è dunque più pulito anche se si ferma di fronte a ostacoli importanti (e quindi c'è bisogno di più ripetitori per aggirarli e l'Italia, com'è noto, è orograficamente impegnativa). 

Questa caratteristica, cioè la necessità di pochi punti di trasmissione, per esempio, ha consentito al governo ucraino di aggirare il bombardamento da parte dei russi dei ripetitori Fm sul suo territorio, trasmettendo dagli stati vicini con le onde medie. O ancora nei terribili momenti dopo il terremoto del 1980 molte comunità, prive di energia elettrica, poterono essere informate proprio attraverso le radioline alimentate dalle batteria che ricevevano il segnale in onde medie (i cui ripetitori erano lontani dai luoghi della catastrofe). Inoltre, ancora oggi molte località montane o i pescherecci usano le onde medie per ascoltare la radio (non solo quella italiana).

Ed è proprio questo il punto che viene sollevato dagli appassionati della radiofonia, dai radioamatori e da molte comunità: le onde medie servono sia per raggiungere luoghi non raggiunti da altri sistemi (questa sarebbe anche la ratio del servizio pubblico) sia sono un sistema per garantire la gestione delle emergenze (giacché quelle non danno preavviso). Per questo atto che lo spegnimento dei ripetitori accompagnato dal loro smantellamento fa assumere alla questione una luce diversa. Perché se ci fosse solo lo spegnimento, ma non la dismissione, il sistema potrebbe essere riattivato in caso di emergenze. E, invece, no. 

Certo, molti paesi come la Francia e la Germania hanno abbandonato le onde medie (ma i francesi, e anche i tedeschi in modo più limitato, hanno importanti trasmissioni in onde corte, che percorrono spazi ancora più grandi, destinate soprattutto al bacino del Mediterraneo, al vicino Oriente e all'Africa dove veicolano il segnale di Radio France Inter), ma altri continuano (al di là delle contingenze dell'Ucraina) a investire. E numerose sono anche le iniziative private, pure in Italia, ancorché fortemente penalizzate da una normativa quasi impossibile e con potenze di trasmissione minime, quasi inutili. 

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Che si tratti di qualcosa da maneggiare con estrema cura e rispetto è testimoniato anche dalla decisione della Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta che ha dichiarato bene di interesse culturale l'antenna della città siciliana bloccandone la demolizione (è conosciuta come la più alta d'Italia con i suoi 286 metri di altezza).

L'italiano non è assente dalle onde medie: trasmette ancora in italiano in onde medie 24 ore su 24 Radio Capodistria (1.170 khz) che si ascolta nell'area dell'Adriatico (e la notte in tutto il Paese), Radio Tunisi (963 khz), che ha una trasmissione in italiano, si sente molto bene nella Sardegna meridionale, in Sicilia e in parte della Calabria (sempre con generosa estensione la notte). La radio spagnola, dopo l'imbrunire, è distintamente ascoltabile in numerosi dei suoi canali. E poi c'è il mondo inglese con tutte le stazioni locali della Bbc e il variopinto pianeta delle radio private d'Oltremanica: la mitica Radio Caroline (648 khz) ha talmente tanto costante successo che sta raccogliendo i fondi per sistemare la malconcia motonave Ross Revenge da dove trasmetteva in acque internazionali quando il governo inglese si era avviato nell'inutile caccia alle radio pirata! E così tante altre nel mondo anglosassone.

Sono alcune delle considerazioni (segnale nelle zone remote, in mare, sistema per l'emergenza, diffusione all'estero) che farebbero desistere da questa decisione di spegnere le onde medie e demolire gli impianti. 

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