Iziwork, la piattaforma digitale di lavoro temporaneo punta al mercato italiano: staff di 150 persone e 8 hub regionali

Iziwork, la piattaforma digitale di lavoro temporaneo punta al mercato italiano: staff di 150 persone e 8 hub regionali
Venerdì 22 Gennaio 2021, 18:50
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Iziwork, la job tech francese chiude un round di finanziamento di 35.4 milioni di euro da importanti investitori internazionali – Cathay Innovation e Bpifrance – e punta a espandersi in Europa, Italia in primis. Fondata in Francia a settembre 2018, la piattaforma digitale per l’impiego temporaneo è diventata in poco tempo un punto di riferimento con 800.000 lavoratori iscritti nel proprio database e oltre 2.000 clienti che spaziano dalla grande distribuzione, alla logistica e al settore dei servizi.

La tecnologia a beneficio delle aziende e dei lavoratori In soli due anni iziwork – partita da zero – ha rivisitato in chiave digitale ogni processo dei servizi offerti delle agenzie di lavoro a beneficio dei candidati e delle aziende.

Dalla fase dell’on-boarding, possibile in soli 2 minuti attraverso l’app sullo smartphone, al reclutamento che utilizza l’intelligenza artificiale per suggerire il profilo più idoneo in meno di 4 ore partendo da una prequalificazione automatizzata dei profili; fino alla gestione amministrativa completamente digitalizzata, dai fogli di presenza alle buste paga, riducendo nettamente la possibilità di errori. Il suo modello innovativo “tech4good” l’ha particolarmente premiata durante il periodo della pandemia: iziwork ha infatti, visto quadruplicare il numero dei lavoratori somministrati tra aprile e dicembre 2020 a dimostrazione della sua capacità di rispondere adeguatamente alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione e caratterizzato da una sempre maggiore richiesta di flessibilità.

“I proventi del round verranno utilizzati per rinforzare il team centrale di R&S raddoppiando gli attuali 60 ingegneri informatici e data scientist, e per espandersi in altri Paesi partendo proprio dall’Italia, mercato inaugurato a novembre 2020 ed ora pronto per la fase di sviluppo – commenta Pierluigi Lauriano, nuovo managing director di iziwork Italia – Crediamo ci sia ampio spazio per una realtà agile e dinamica come la nostra e i primi riscontri ce lo dimostrano. La nostra offerta si basa su un approccio altamente tecnologico, permettendoci di essere reattivi in meno tempo degli altri player grazie a una piattaforma digitale capace di automatizzare tutti i processi, riducendo in maniera significativa i tempi e i costi di ricerca e gestione del personale”.

In soli due mesi dall’avvio di iziwork conta 35 risorse in Italia e grazie al nuovo finanziamento potrà accelerare, puntando a superare i 150 dipendenti nei prossimi mesi. Anche la presenza territoriale sarà potenziata: oltre Milano nel 2021 saranno inaugurati 8 hub regionali in città come Brescia, Treviso, Bologna, Torino, Verona, Parma, Firenze e Roma. “In un contesto di crisi economica con un peggioramento dei tassi di disoccupazione in tutto il mondo, è più che mai necessario migliorare l’accesso al lavoro, in particolare per i meno qualificati. Siamo convinti che, grazie all'innovazione tecnologica, abbiamo la possibilità di offrire sia maggiori opportunità di impiego, rendendo più fluido l'accesso alle offerte di lavoro, sia migliori condizioni per i lavoratori temporanei".

 Approccio lavoratore centrico per una fidelizzazione dei profili migliori Chi si iscrive alla piattaforma di iziwork può accedere a una serie di servizi e programmi tra cui: corsi di formazione e riqualificazione, percorsi di reinserimento, priorità di accesso agli incarichi più pertinenti, un bonus di 400 euro annui per chi si è distinto particolarmente. “Ogni anno investiamo oltre 1 milione di euro in progetti di formazione per i nostri iscritti. Chi si affida a noi, beneficia di un supporto continuativo che va oltre e non si esaurisce con la somministrazione. Il giusto mix tra aggiornamento di competenze e miglioramento delle proprie abilità, aiuta a incrementare l’occupabilità e ci permette di avere un database di lavoratori qualificati” – conclude Lauriano.

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