Mik Cosentino, da nuotatore a imprenditore digitale: «Gli Nft come i social, la gente capirà»

Mik Cosentino
Mik Cosentino
Venerdì 21 Gennaio 2022, 11:51 - Ultimo agg. 12:19
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Esiste da qualche tempo una parola - o meglio, una sigla - che “profuma” di futuro, ma di cui si sa ancora troppo poco. Gli Nft - Non fungible token - sono l'ultimissima e futuristica forma d'arte che l'umanità ha avuto modo di sperimentare. Facile, detta così. Ma dietro queste opere si nasconde un mondo quasi del tutto inesplorato, se non per i pochi coraggiosi che ne hanno preso atto e oggi provano a divulgarne l'uso e le potenzialità.

Uno di questi è Mik Cosentino, noto imprenditore digitale con un passato nello sport professionistico: «Sono stato un nuotatore professionista per decenni, all'apice della mia carriera però ho subito un infortunio e mi sono dovuto fermare.

Il declino della mia carriera da professionista è coinciso con un'ovvia mancanza di fondi: la società per cui gareggiavo, essendo diventato più “anziano” e meno prestante ha smesso di pagarmi, così ho dovuto trovare un modo per mantenermi senza dipendere da nessuno. Non potevo però fare un lavoro tradizionale, altrimenti non averi avuto il tempo per allenarmi come ero solito fare».

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Da qui il tuffo nell'ignoto: «Ho iniziato a bazzicare nel mondo dell'online, inizialmente in maniera molto scettica, studiando quelle tecniche di marketing già note negli Usa ma totalmente sconosciute qui. Così è iniziata la scalata: oggi abbiamo un'azienda - InfomarketingX - da quasi mille clienti, gestita dai leader che in questi anni si sono distinti. Io sono solo il personaggio che eroga i servizi di video, consulenze e simili. Quindi ho potuto fare un passo indietro assieme al mio team, per iniziare a studiare gli Nft e i meccanismi blockchain. Ho imparato che queste cose hanno un potenziale immenso, il mondo sta cambiando come cambiò con l'avvento dei social, ma le persone non lo sanno ancora. Creandomi pian piano un mio portafoglio di Nft ho deciso di mettere insieme un team per un progetto - Birdez Gang che possa spaccare nei prossimi decenni».

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Dunque, cos'è un Nft? Perchè oggi se ne parla così tanto? «C'è molta disinformazione intorno a questi argomenti, in America questi pregiudizi sono più che superati. Gli Nft sono dei gettoni - token, appunto - che in modo univoco ti danno la possibilità di ottenere una serie di privilegi, oltre quell'opera d'arte rappresentata da quel file jpeg. L'Nft è scritto, appoggiato e vive sulla blockchain - quindi su piattaforme come Ethereum, Solana o tante altre - e non può essere mutata in nessun modo: chi la detiene nel proprio wallet - portafoglio virtuale - è l'unico e solo proprietario».

Lo scetticismo sta tutto qui: almeno una volta ciascuno, da quando esistono gli Nft, ci saremo chiesti: che cos'ha di diverso da una foto che posso banalmente avere sul mio cellulare facendo uno screenshot? Mik fa chiarezza: «Dobbiamo iniziare a guardare gli Nft come un biglietto d'accesso, certificato e in piena trasparenza, per un network di persone di un certo livello, per una conferenza, un concerto, magari nel Metaverso. Quindi il dubbio dello screenshot a quel jpeg, pensando di aver fregato il sistema, crolla. Magari un domani un cantante - in molti hanno già investito in questo mondo - garantirà l'accesso speciale ad un concerto solo ai possessori dei suoi Nft. Ecco spiegato il valore e le cifre spese per assicurarseli. Non penso che gente del calibro di Justin Bieber, Jimmy Fellon o Ozzy Osbourne abbia voglia di bruciare i propri soldi per nulla».

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Accessi esclusivi, attività nel Metaverso, trasparenza e unicità: ora il quadro è più chiaro. Basterà questo per convincere gli imprenditori ad investire nell'acquisto di queste speciali opere d'arte? «In Italia siamo ancora molto indietro - spiega Mik - tuttavia c'è una minuscola fetta di persone, sia giovani che adulti, che amano scoprire e non rimanere indietro con il processo tecnologico. Ricordiamo tutti lo scetticismo attorno ai social network, nel 2007-2008, eppure si sono affermati come fenomeno globale e oggi tutti li usiamo. Lo stesso accadrà con gli Nft. Negli Stati Uniti sono diversi anni avanti rispetto a noi, ma lì solo il 5% della popolazione possiede queste opere d'arte. C'è ancora tanto da acquisire a livello di mass market, questo è un fenomeno estremamente interessante da studiare dall'interno».

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