Alla fine, solamente 1 su 4, sostiene di non accusare alcun sintomo dopo una lunga sessione ‘tech’. Anche il profilo comportamentale, però, può essere insidiato dalla presenza ingombrante della tecnologia. Il 38% dei ragazzi coinvolti dalla ricerca, ad esempio, dice di usare lo smartphone appena prima di addormentarsi; il 24% di utilizzare i dispositivi mentre studia a casa (non sempre per fare i compiti); il 21% di accendere il telefono appena apre gli occhi la mattina. Per fare cosa? Niente di particolarmente importante: un quarto del campione si tiene soprattutto in contatto con gli amici, più o meno gli stessi controllano costantemente i social network. Solo il 19% sfrutta i device anche per fare ricerche per la scuola.
Considerando queste premesse, è possibile parlare di vera e propria dipendenza? Probabilmente sì.
Lo ammettono gli stessi ragazzi: il 15% non potrebbe rinunciare a smartphone e tablet neanche per un giorno (il 18% nella fascia 9-14 anni), il 16% ne potrebbe fare a meno al massimo per un giorno, il 13% per tre giorni, il 26% per non più di una settimana, solo il 30% resisterebbe anche per un mese e oltre. Fenomeni che, ragionando su larga scala, potrebbero interessare milioni di giovanissimi. Smartphone e tablet, ormai, sono nelle mani di tutti: quasi 9 minori su 10 (tra i 9-14enni sono 8 su 10) hanno un telefono di ultima generazione, quasi 6 su 10 anche un tablet. Un quadro allarmante che gli adulti, in primis i genitori, non contribuiscono di certo a limitare. Basti pensare che, tra gli intervistati, quasi 2 su 10 hanno avuto il primo dispositivo personale (quasi sempre uno smartphone) quando avevano meno di 9 anni. Un trend che, negli ultimi anni, sta addirittura crescendo: tra i 9-14enni, la quota di chi ha ricevuto il primo device (con i tablet che riconquistano terreno) quando era ancora bambino sale al 24%, circa 1 su 4.