Il futuro è streaming: Disney chiude altri 100 canali tv

Il futuro è streaming: Disney chiude altri 100 canali tv
Il futuro è streaming: Disney chiude altri 100 canali tv
Martedì 25 Maggio 2021, 09:50 - Ultimo agg. 26 Maggio, 09:26
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Nel 2021 la Walt Disney Company chiuderà in tutto il mondo alti 100 dei suoi canali Tv, puntando ai servizi come Disney+. Le chiusure si aggiungono alle 30 reti internazionali che l'azienda ha chiuso nel 2020. Secondo quanto riferito dal ceo Disney Bob Chapek al J.P. Morgan Global Technology, Media and Communications Conference le chiusure dipenderanno dai contratti che l'azienda ha nei singoli mercati. I profitti di alcune delle reti televisive tradizionali della Disney stanno aiutando a pagare la programmazione sui suoi servizi di streaming, che includono Hulu ed ESPN + negli Stati Uniti. Ma i consumatori scelgono sempre più di guardare i contenuti online e la società vuole stare al passo con la tendenza, secondo quanto riferito da Chapek.

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«Sotto la spinta dei giganti tecnologici - che operano su dimensioni di scala globali e in un regime di concorrenza a loro estremamente favorevole - si è innescata una grande corsa mondiale al »nuovo oro televisivo«, con processi di concentrazione e alleanze trasversali senza precedenti».

Così il presidente di Auditel, Andrea Imperiali, nel corso della relazione annuale della società di rilevazione dei dati di ascolto. «Uno squilibrio tra globale e locale destinato ad accelerare ulteriormente lo spostamento degli spettatori online - ha aggiunto -. Un fenomeno scatenato dal successo planetario di Netflix giunta, ormai, ad avere il maggior numero di clienti di qualunque altra attività televisiva nel continente e che vede competere, sul terreno dello streaming, player globali quali Amazon, Apple, Discovery, Disney, Viacom».

«Soggetti che singolarmente dispongono, ormai, di una potenza finanziaria maggiore di tutti gli operatori tradizionali messi insieme - ha concluso Imperiale -, e con la cui scala sono capaci di produrre, e acquisire, un volume di contenuti di alta qualità che la maggior parte dei concorrenti locali non potrà mai eguagliare, potenziando, al contempo, imponenti infrastrutture distributive».

«Favoriti dal lockdown nei Paesi industrializzati, i colossi dello streaming hanno visto crescere in maniera esponenziale gli abbonamenti - ha spiegato ancora -; e raggiunto capitalizzazioni di borsa vertiginose. Al punto da proporsi oggi con nuovi modelli di business basati non più solo sulla subscription ma anche sulla raccolta pubblicitaria».

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