La ricerca: coltivare le alghe proteiche come il grano

La ricerca: coltivare le alghe proteiche come il grano
Mercoledì 19 Ottobre 2022, 12:43 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 07:52
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Subito dopo la seconda guerra mondiale, gli scienziati americani si preoccupavano di come nutrire il mondo, e molti studiarono la possibilità di coltivare un’alga d’acqua dolce, la Chlorella pyrenoidosa, per fornire proteine a miliardi di persone.

Ma nella corsa a sfamare il mondo hanno poi vinto le tecnologie agrarie, grazie ai fertilizzanti, ai pesticidi e adesso alla biotecnologia. Ora che i cambiamenti climatici diminuiscono gli spazi seminabili e causano una progressiva carenza di acqua, qualcuno torna a sperimentare con le alghe, per la loro potenzialità di diventare il grano del futuro. Una ricerca della Cornell University, finanziata in parte dal Dipartimento dell’Agricoltra e da quello dell’Energia, dimostra che si potrebbe aumentare la produzione alimentare del 50% entro il 2050, usando spazi molto limitati, in acquaculture onshore lungo le coste: «Abbiamo l’opportunità di coltivare cibo altamente nutriente e a crescita rapida, e possiamo farlo in ambienti in cui non siamo in competizione per altri usi – afferma Charles Greene, professore di scienze della terra e dell’atmosfera alla Cornell – E poiché coltiviamo in strutture relativamente chiuse e controllate, non abbiamo lo stesso tipo di impatto ambientale».

Le aree ideali per questo tipo di coltura sono le regioni del sud, anche quelle desertiche, che possono diventare grandi produttrici di cibo pure in mancanza di acqua per irrigare, poiché l’acqua per le alghe viene dal mare. «Possiamo produrre più di tutte le proteine di cui il mondo avrà bisogno – assicura il professor Greene –, offrendo un’alternativa all’agricoltura ad alta intensità di emissioni di carbonio». Le alghe hanno anche il fenomenale vantaggio di crescere dieci volte più velocemente delle colture agricole, di essere straordinariamente ricche di proteine e di aminoacidi essenziali e minerali presenti nella carne, e acidi grassi omega-3 spesso presenti nel pesce e nei frutti di mare. 

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