Le fotocamere degli smartphone, specialmente quelle dei modelli premium, hanno ormai raggiunto un livello di performance piuttosto alto. Sono strumenti molto potenti per la cosiddetta “street photography”, da considerare come un’arma da tenere sempre in tasca per poter bloccare in modo rapido un’immagine. Tuttavia se abbiamo un concetto più alto della fotografia e se facciamo nostra la frase di Henry Cartier-Bresson, uno dei maestri della fotografia, secondo cui «fotografare vuol dire porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore», allora solo una macchina fotografica riesce a svolgere questa funzione al meglio. Una fotocamera digitale di un certo livello ti costringe ad essere all’altezza del mezzo e quindi a stare più attento e concentrato per ottenere il risultato che si sta cercando. Molti sostengono che fotografare in questo modo sia anche un importante esercizio nell’arte di imparare ad osservare per aggiungere valori ai propri ricordi. In quest’ottica, fotografare diventa un momento intimo in cui catturare una luce, una particolare espressione del viso o un dettaglio, e anche il gesto, intimo e profondo, permette di creare un forte coinvolgimento emotivo e una certa sacralità.
VANTAGGI
Al di là del romanticismo, è indubbio che le macchine fotografiche abbiano in generale una serie di oggettivi vantaggi rispetto agli smartphone: la gestione manuale dello scatto, la robustezza, gli obiettivi intercambiabili, possibilità di avere batterie e schede di memoria di scorta e inoltre sensori più grandi che permettono una qualità maggiore in termine di profondità d’immagine, dettaglio e gamma dinamica. Partiamo quindi da queste ultime. Se per valutare la fotocamera di uno smartphone si fa solitamente riferimento ai megapixel, nelle fotocamere la qualità si misura dalle dimensioni del sensore, vero cuore della macchina fotografica. Negli smartphone sono circa 5,7 x 4,3 mm (25 mm²), mentre nelle macchine di fascia media di reflex e mirrorless i sensori APS-C sono circa 25x16 mm (400-500 mm²), per culminare nei full frame, che ereditano le misure dalle vecchie pellicole in formato 35mm, grandi 24x36 mm (846 mm²) delle top di gamma.
CARATTERISTICHE
È importante ora fare chiarezza dei tanti termini e tipologie che caratterizzano questo comparto.
POST-PRODUZIONE
Non dimentichiamoci poi che i file digitali che escono dalle mirrorless (formato Raw) offrono migliaia di informazioni e tutta la fase della post-produzione permette di arricchire lo scatto asettico: l’aumento della saturazione o il miglioramento dei contrasti possono infatti arricchire ciò che manca allo scatto di un paesaggio o di uno still life, suggerendo o evocando la temperatura dell’aria oppure anche il profumo. Per chiudere, le “dolenti note”. Come vedrete nelle schede qui a fianco per poter scattare foto indimenticabili c’è anche bisogno di un budget piuttosto alto che non si ferma al prezzo della fotocamera ma a cui è verosimile aggiungere una serie di spese ulteriori per l’acquisto di lenti supplementari e accessori, oltre che, per la post-produzione, di un computer sufficientemente potente per gestire file di grandi dimensioni del formato Raw o dei video in altissima risoluzione.
(Ha collaborato Matteo Curti) © RIPRODUZIONE RISERVATA