Contro il digital divide, maratona di inclusione. Gubitosi, ad di Tim: «Nessuno deve rimanere indietro»

Contro il digital divide, maratona di inclusione. Gubitosi, ad di Tim: «Nessuno deve rimanere indietro»
di Marco Barbieri
Mercoledì 17 Novembre 2021, 10:51 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 06:54
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Non è un problema del passato il digital divide. L’età, il livello di istruzione e l’inserimento nella vita attiva sono fattori decisivi per qualificare e quantificare la connessione degli italiani alla Rete, che resta una delle modalità essenziali di inclusione sociale. Il rischio è una diversa forma di povertà e di marginalità. Oltre alle istituzioni un ruolo essenziale in questo compito di promozione sociale è riservato alle imprese. E quelle più “illuminate” non si sottraggono al ruolo. Lunedì 22 novembre si concluderà “4Weeks4Inclusion”, il più grande evento interaziendale dedicato ai temi dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità. L’iniziativa promossa da Tim con oltre 200 aziende (erano 25 lo scorso anno) ha avuto inizio il 22 ottobre, e si è rivolta ai 700mila dipendenti delle aziende partner. Una maratona di dibattiti e quasi duecento eventi digitali (webinar, digital labs, gruppi creativi), giunta quest’anno alla sua seconda edizione. «Favorire l’integrazione e l’inclusione di generazioni, culture e orientamenti di ogni genere è la vera sfida che il cambiamento della società chiede di cogliere con urgenza a imprese e organizzazioni. Per questa ragione Tim promuove attraverso la “4Weeks4Inclusion” un articolato dibattito interdisciplinare con i rappresentanti di istituzioni, business community e associazioni sindacali», ha spiegato Salvatore Rossi, presidente Tim.

L’APPROFONDIMENTO

 Gli appuntamenti hanno consentito di approfondire i diversi aspetti dell’inclusione: dalla disabilità al confronto intergenerazionale, dalla valorizzazione del contributo femminile all’orientamento sessuale e identità di genere, all’etnia e alla religione. La diversità, all’interno dell’azienda e fuori, è infatti un elemento che arricchisce e genera opportunità. «La fragilità digitale tende a manifestarsi in vari modi e creare situazioni di disagio: quando l’esclusione deriva da mancanza di connessione o di device si risolve facilmente, è solo una questione di soldi. Ma il tema è evitare divari di competenze, non c’è solo andare in Rete ma sapere interpretarla. Nessuno deve rimanere escluso», ha commentato Luigi Gubitosi, amministratore delegato Tim.

Nel corso dell’evento “Italia 2026 – Tutti connessi, nessuno escluso” svoltosi lo scorso 3 novembre in occasione della giornata di “4Weeks4Inclusion” dedicata all’inclusione digitale, è stato presentato il report del Censis realizzato in collaborazione con il Centro Studi Tim “La digitalizzazione degli italiani. Fattori di spinta ed elementi trainanti”.

LA RICERCA

 Secondo lo studio in Italia il digital divide è fortemente correlato con il livello di istruzione. Tra coloro che dispongono al massimo della terza media le persone in difficoltà sono la maggioranza (58,7%). Non si può tuttavia trascurare che una quota di persone esposte al digital divide è presente anche tra chi possiede un titolo di studio superiore (15,8%). Tra le paure degli italiani sul digitale, la preoccupazione maggiore è la sicurezza. Addirittura il 39,9% arriva ad ammettere di limitare la navigazione al minimo indispensabile. La domanda di sicurezza si rivolge verso l’esterno: l’81,1% degli utenti vedrebbe favorevolmente una limitazione su siti ritenuti potenzialmente dannosi. Dall’analisi condotta da Censis-Tim emerge anche che le competenze digitali sono fortemente influenzate dal far parte o meno della popolazione attiva. Chi non è impegnato in un’attività lavorativa (che nel 78,7% dei casi implica l’utilizzo di mezzi digitali), ha molte meno occasioni per utilizzare e sviluppare le proprie competenze digitali. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha ringraziato Tim «per aver organizzato questa importante iniziativa. Il digitale in tutto questo è fondamentale perché consente di uscire dal proprio contesto locale conquistando un orizzonte più ampio».

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