Videogame, la potenza è nulla senza controller

Videogame, la potenza è nulla senza controller
di Andrea Andrei
Mercoledì 16 Dicembre 2020, 14:57 - Ultimo agg. 12 Maggio, 16:32
5 Minuti di Lettura

Negli ultimi anni la vera sfida nel mondo dei videogame è stata rendere l’esperienza di gioco davanti alle console più realistica, e quindi più immersiva. Il primo passo, ovviamente, è stato migliorare la grafica, grazie alle tecnologie di alta definizione (Hd) e poi di ultra definizione (Uhd e 4K): il risultato è che oggi, se siamo dotati di un televisore all’altezza, i videogame si vedono quasi meglio della realtà, visto che sono studiati per offrire all’occhio umano un’immagine perfettamente nitida, con luce e colori bilanciati. Poi c’è la questione - sempre grafica - della fluidità, su cui le console di nuova generazione, PlayStation 5 e Xbox Series X, hanno puntato molto: la loro potenza permette infatti di far girare un videogioco stabilmente a 60 frame per secondo (fps).

L’EVOLUZIONE

Ma se da questo punto di vista il margine di miglioramento è ormai limitato, c’è un problema che il mondo dell’intrattenimento interattivo non ha ancora superato: quello del controller, del dispositivo per mezzo del quale un giocatore può fisicamente interagire. Dal vecchio joystick si è passati al gamepad (che aggiungeva dei pulsanti alla leva principale), per arrivare fino al Wiimote, un telecomando che Nintendo introdusse sulla console Wii e che serviva per riprodurre i movimenti delle braccia. Si è provato, a più riprese, anche con la realtà virtuale, che spesso però regala un’esperienza di gioco scomoda quando non, alla lunga, nauseante. Nelle nuove console ci si è perciò tornati a concentrare sul gamepad, ed è stata una mossa giustissima. Perché il lavoro fatto da Sony e Microsoft con i controller di Ps5 e Xbox Series X è ciò che fa davvero la differenza con la vecchia generazione di Ps4 e Xbox One, in attesa che vengano sviluppati dei videogame che sfruttino appieno la potenza di queste macchine. Microsoft si è concentrata sul rendere il controller ancora più maneggevole: quando si impugna il gamepad della Xbox Series X, che ha una forma granitica che riprende quella della console, la posizione delle mani su leve e tasti è talmente comoda e naturale che il dispositivo sembra quasi un prolungamento delle stesse.

Ciò è anche merito di come sono posizionate le leve analogiche da muovere con i pollici e dal design dei grilletti posteriori, due per ogni lato. Le vibrazioni del controller sono così nitidamente percettibili, e i grilletti più bassi oppongono anche più o meno resistenza a seconda se nel gioco si scocchi una freccia da un arco oppure si compia una curva in derapata con un’auto da rally.

IL SALTO

Ma è nel “Dualsense” di cui Sony ha dotato la sua PlayStation 5 che si nota il vero salto generazionale. Nel nuovo controller, che è un vero gioiellino di tecnologia, i tradizionali motori di vibrazione sono stati sostituiti con un sistema di feedback aptico dinamico: il dispositivo vibra in modo diverso, sia nell’intensità che nella direzione, a seconda dell’attività videoludica che si sta svolgendo. Inoltre entrambi i grilletti posteriori sono adattivi, cioè oppongono resistenza, il che insieme al sistema di vibrazione fanno sì, ad esempio, che quando si imbraccia un’arma, il grilletto sinistro sia più o meno duro a seconda del peso dell’arma che si deve puntare, e che quello di destra faccia lo scatto del grilletto in maniera diversa se a sparare è un fucile oppure una mitragliatrice. Altro esempio: in Fifa 21 il grilletto di destra che viene utilizzato per far scattare un giocatore, fa più resistenza nel caso in cui il giocatore sia stanco. A queste caratteristiche nel Dualsense si aggiunge anche una superficie centrale touch, sulla quale far scivolare le dita, un piccolo altoparlante integrato, che riproduce un audio diverso e complementare a quello che viene dalla tv, e un microfono, da utilizzare sia offline che online, e che può essere disattivato con un pulsante. Tutte queste funzioni sono programmabili dagli sviluppatori dei singoli giochi, quindi possono essere sfruttate in base alle esigenze di ciascun titolo. Il vero problema della Ps5 è però un altro: se non siete già riusciti ad acquistarla, la console ora è praticamente introvabile, e chi la ordina adesso prima di averla in casa dovrà aspettare almeno due mesi. Il salto verso la generazione, insomma, rischia di durare un po’ troppo. 

Leggi anche:

Smartphone, lunga vita alla batteria: resisterà fino a sette giorni

Dallo smartphone al caricabatterie, le novità più interessanti

Max Pezzali: «E' un Natale su zoom, regalate webcam e cuffie»

Videogame, le novità 

CALL OF DUTY: BLACK OPS COLD WAR

C’è anche la versione per le vecchie console, ma quella per Ps5 vi porterà più di altri giochi nella nuova generazione: in questo gioco sulla guerra fredda la fluidità grafica è estrema e i grilletti si adattano alle armi impugnate.

CYBERPUNK 2077

È probabilmente il titolo più atteso dell’anno, ma acquistatelo se avete una console di nuova generazione, perché sui vecchi modelli sta dando problemi. Un’opera monumentale, un’immensa città distopica e atmosfere dark.

WATCH DOGS: LEGION

Un nuovo episodio della saga d’azione ambientata in una Londra spettacolare e distopica, ottimizzata per Ps5 e Xbox Series X, in cui un gruppo di dissidenti utilizza i sistemi di hacking per combattere una tirannia tecnologica.

DIRT 5 (XBOX SERIES X)

Classico videogame di rally (esclusiva Microsoft) dove vengono sfruttate le potenzialità della Xbox di nuova generazione. Per chi cerca una bella e adrenalinica corsa in automobile ma senza troppo impegno. Tanto fango e altrettanto divertimento.

SACKBOY (PS5)

Un platform vecchio stile con lo storico personaggio di pezza di “Little Big Planet”ma con i dettagli e l’esperienza della nuova Ps5 (è esclusiva Sony). Adatto a tutta la famiglia, è molto spassoso da giocare in due o più persone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA