Hackeraggio e siti pilotati dal governo russo: Facebook, Instagram e Twitter corrono ai ripari

Hackeraggio e siti pilotati dal governo russo: Facebook, Instagram e Twitter corrono ai ripari
di Leonardo Jattarelli
Lunedì 28 Febbraio 2022, 15:39 - Ultimo agg. 1 Marzo, 08:01
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Continua la guerra dentro la guerra nel sanguinoso scontro tra Russia e Ucraina; è quella che si sta consumando online all’interno delle piattaforme, oltre all’hackeraggio di Anonymous che sta mettendo a dura prova il sistema informatico russo. 
Nelle ultime ore, Facebook e Twitter hanno rimosso due “operazioni di influenza segreta” anti-ucraine; una legata alla Russia e un’altra con collegamenti con la Bielorussia. Una delle operazioni, una campagna di propaganda con un sito web che pubblicava argomenti contro l’Ucraina, era la propaggine di una nota operazione di disinformazione russa. 
Un portavoce di Facebook ha anche precisato che sono stati utilizzati volti generati dal computer per rafforzare la credibilità dei falsi editoriali su diverse piattaforme, incluso Instagram.
L’altro canale di disinformazione utilizzava account violati per promuovere una propaganda anti-ucraina ed era legata a un noto gruppo di hacker bielorussi. Gli esperti  hanno avvertito che la Russia potrebbe continuare a cercare di manipolare le narrazioni sull’Ucraina, in particolare intorno alle affermazioni fatte dal presidente russo Vladimir Putin. 

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LE RETI
Le reti rimosse da Facebook e Twitter hanno stigmatizzato le notizie che lo stesso Putin ha menzionato nel suo discorso quando annunciava un’operazione militare che da allora si è trasformata in un’invasione su larga scala.
L’annuncio dimostra anche che la Russia continua a utilizzare strategie di disinformazione che sono state scoperte per la prima volta anni fa intorno alle elezioni del 2016, anche se con alcuni progressi, in particolare per l’uso di software in grado di creare volti umani realistici e originali.
«Il più grande dei due gruppi di disinformazione che opera in Russia, così come nelle regioni ucraine del Donbas e della Crimea dominate dalla Russia - ha affermato Nathaniel Gleicher, capo della politica di sicurezza di Meta - è legato ai siti web News Front e South Front, che il governo degli Stati Uniti ha evidenziato come parte di un più ampio lavoro di disinformazione che aveva collegamenti con l’intelligence russa. (Meta è la società madre di Facebook). Gleicher ha affermato in un’intervista che la campagna di propaganda è stata in grado di «pubblicare storie su Internet secondo cui lo sforzo dell’Ucraina non sta dando i suoi frutti e fingendo di dare queste notizie firmate da giornalisti con sede a Kiev».
«Questi mezzi di disinformazione stanno cercando di minare la fiducia nel governo ucraino e parlano di uno Stato che ha fallito; dicono che la guerra sta andando molto male in Ucraina e cercano di elogiare la Russia».
Facebook aveva rimosso i profili relativi a News Front e South Front  già nel 2020 e la società ha confermato a NBC News che il nuovo gruppo ha connessioni agli account che erano stati precedentemente messi al bando.

Entrambi i siti web hanno pubblicato articoli fuorvianti, mettendo in dubbio anche i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 e l’efficacia dei vaccini contro il Covid-19. I siti contenevano articoli che parlavano, ad esempio di Zelensky «che sta costruendo una dittatura neonazista in Ucraina». 

I SITI BANDITI
Facebook ha rimosso 40 profili legati all’operazione di disinformazione, affermando che erano una piccola parte di un’operazione di creazione di personalità più ampia che si è diffusa su Twitter, Instagram, Telegram e i social network russi. Gli account legati ai siti web erano ancora attivi domenica scorsa su Telegram, sui social network russi e su YouTube. Twitter, da parte sua, ha dichiarato di aver bandito più di una dozzina di account legati all’operazione News Front e South Front Russian che stavano creando collegamenti a un nuovo sito di propaganda chiamato Ukraine Today. «Il 27 febbraio abbiamo cancellato definitivamente più di una dozzina di account e bloccato la condivisione di diversi collegamenti in violazione della nostra politica di manipolazione della piattaforma e spam. La nostra indagine è in corso - ha affermato un portavoce di Twitter - tuttavia i nostri risultati iniziali indicano che gli account e i collegamenti hanno avuto origine in Russia e stavano tentando di interrompere la conversazione pubblica sul conflitto in corso in Ucraina». 

GLI HACKER
Inoltre, un gruppo di hacker ha preso di mira giornalisti, personale militare e funzionari pubblici locali in Ucraina, utilizzando account e-mail e password compromessi per accedere ai loro profili Facebook. Gli account hackerati avrebbero addirittura pubblicato un video di quello che hanno detto essere un ucraino che sventolava una bandiera bianca di resa. Facebook ha attribuito questo hackeraggio al gruppo Ghostwriter che in precedenza utilizzava account hackerati per promuovere la disinformazione a favore del governo bielorusso. 
Per quanto riguarda i prossimi obiettivi, Renée DiResta, responsabile della ricerca presso l’Osservatorio Internet di Stanford, ha affermato che è “improbabile” che si tratterà di utenti statunitensi: «Ciò che si vede online molto probabilmente è frutto del lavoro di veri influencer che fanno parte di quella sfera di propaganda che la Russia già possiede da tempo. Creare un falso account non è così facile e necessita di parecchio lavoro». 

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