I buchi neri hanno la «febbre», ora è più facile misurarla

I buchi neri hanno la «febbre», ora è più facile misurarla
Lunedì 13 Ottobre 2014, 13:26 - Ultimo agg. 13:29
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I buchi neri hanno la "febbre", proprio come aveva previsto 40 anni fa il fisico britannico Stephen Hawking, e da oggi è ancora più facile misurarla in laboratorio: questo grazie ad un nuovo sistema sperimentale illustrato su Nature Physics dal ricercatore Jeff Steinhauer dell'Istituto di tecnologia di Israele.



«Nel 1974, Stephen Hawking aveva teorizzato che i buchi neri non fossero poi così neri», spiega Francesco Belgiorno, ricercatore del Politecnico di Milano ed esperto di buchi neri analoghi ricreati in laboratorio.



«Mettendo insieme le conoscenze della fisica classica con quelle della fisica quantistica, l'astrofisico britannico aveva ipotizzato che i buchi neri non trattengono proprio tutto quello che inghiottono, ma emettono una debolissima radiazione termica (con una temperatura prossima allo zero assoluto) che è stata chiamata radiazione di Hawking».



Da allora un esercito di fisici da tutto il mondo ha tentato di trovare la prova tangibile di questa radiazione ricreando in laboratorio dei sistemi analoghi ai buchi neri astrofisici. La misura di questa febbriciattola, però, si è rivelata un'impresa molto ardua, perchè è talmente debole che nessun termometro riesce ancora a rilevarla in maniera incontrovertibile. Jeff Steinhauer ha provato a superare questo ostacolo riuscendo a ricreare in laboratorio una radiazione di Hawking che si auto-amplifica.



«Nel suo esperimento - precisa Belgiorno - Steinhauer è riuscito ad accoppiare l'orizzonte di un buco nero, ovvero il punto di non ritorno da cui non può uscire nulla di ciò che è entrato nel buco, con l'orizzonte di un buco bianco, un "muro" (del tutto teorico e non ancora riscontrato nella realtà) che al contrario impedisce di entrare. Questo sistema, oltre a darci un'ulteriore conferma dell'esistenza della radiazione di Hawking, è anche in grado per la prima volta di amplificarla portandola a livelli misurabili».



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