Haumea, il pianeta nano: un team italiano ne svela tutti i segreti. Ecco com'è

Haumea, il pianeta nano: un team italiano ne svela tutti i segreti. Ecco com'è
Giovedì 12 Ottobre 2017, 15:44
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Svelati da un team di ricercatori padovano i segreti del pianeta nano Haumea: lo studio ne ha rilevato misure, caratteristiche e un anello orbitante. Nel 2004 due gruppi di ricercatori guidati da Michael Brown e da Josè Luis Ortiz Moreno hanno scoperto il corpo celeste, classificato come «transnettuniano», ovvero un corpo celeste la cui distanza dal Sole è oltre quella di Nettuno.

La notte del 21 gennaio 2017 Haumea, nel corso del suo moto orbitale, ha eclissato una stella di sfondo per un intervallo di pochi minuti. Grazie a questa eclissi, misurata da osservatori situati in diversi luoghi della Terra, si è potuto ricostruire l'esatto profilo del pianeta nano, ricavandone così le dimensioni reali. L'occultazione è stata osservata contemporaneamente da una rete di dodici osservatori europei, tra cui il telescopio Copernico che si trova nell'Osservatorio Astrofisico di Asiago (Vicenza) che era utilizzato per l'occasione da un team dell'Università di Padova composto da Valentina Granata, Valerio Nascimbeni e Francesco Marzari. «Capire le caratteristiche di questi corpi celesti - spiega Nascimbeni - ancora avvolti nel mistero, permetterebbe di ricostruire alcuni tasselli della formazione del nostro Sistema Solare.

Sia a causa della grande distanza di Haumea dalla Terra, sia per le dimensioni ridotte del pianeta nano, fino a oggi nulla si poteva dire sulle sue caratteristiche fisiche quali la densità, le dimensioni e l'albedo, ovvero la frazione di luce incidente sulla superficie che è riflessa in tutte le direzioni». Lo studio, pubblicato sulle rivista Nature, grazie al confronto dei dati raccolti, ha portato a una scoperta sensazionale: il corpo celeste ospita un anello denso e sottile, orbitante a circa 2300 km dalla propria superficie ma spesso solo 70 km. Pur essendo ben noti gli anelli attorno ai pianeti giganti del Sistema Solare e, più recentemente, attorno a due asteroidi della categoria dei Centauri, è la prima volta che viene dimostrata l'esistenza di una tale struttura attorno a un oggetto transnettuniano.
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