Marte, tre missioni per scoprire la vita

Marte, tre missioni per scoprire la vita
Marte, tre missioni per scoprire la vita
di Paolo Ricci Bitti
Lunedì 20 Luglio 2020, 09:40 - Ultimo agg. 10:15
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Cominciamo dagli assenti, ovvero gli europei, ovvero - in buona parte - gli italiani che questa estate non partiranno per Marte alla scoperta di tracce della vita aliena come fanno invece gli Stati Uniti, la Cina e, novità delle novità nel campo delle esplorazioni spaziali profonde, gli Emirati Arabi. Meglio allora togliersi subito il dente ricordando che la seconda parte della missione Exomars dell'Agenzia spaziale europea a forte trazione tricolore è slittata al 2022 sia per l'emergenza Covid sia per quel surplus di prudenza innescato dal fallimento della prima gamba dell'impresa con lo schianto del lander Schiaparelli nel 2018. Ad esso doveva seguire il lancio, in questi giorni, del rover Rosalind Franklin dotato del prodigioso trapano italiano messo a punto da Asi e Leonardo: una vera e propria trivella capace di raccogliere campioni fino a due metri di profondità, quando gli altri rover si sono limitati finora, e si limiteranno, a grattare la superficie del pianeta rosso già sterilizzata da miliardi di anni di radiazioni.

In attesa allora di Exomars, avanti con l'assalto a Marte che riparte con numeri mai visti prima a distanza esatta di 55 anni dalle prime avventurose foto scattate dalla sonda Usa Mariner 4: 21 immagini che ci permisero finalmente di passare dalla fantasia mitologica alla realtà. Realtà invero un po' deludente perché alla Nasa conclusero che quelle lande polverose e aride non erano un granché interessanti e soprattutto adatte ad aver ospitato od ospitare forme di vita. «E poi in quegli anni - ricorda Paolo D'Angelo, storico delle imprese spaziali - c'era da pensare alla corsa alla Luna con l'Urss in vantaggio e quindi la cronache marziane si fermarono a quello scarno capitolo». Grande errore, come dimostrò la successiva scoperta di acqua, anche allo stato liquido, sul pianeta - l'unico del Sistema solare in grado di ospitarci - che rappresenta già ciò che la Terra potrebbe diventare.
 


Si comincia con gli ultimi arrivati nello spazio, gli Emirati Arabi, che hanno la voglia e i dollari necessari per recuperare il tempo perduto. Nella notte è partita dal Giappone la sonda Hope ed è stata la prima volta che il conto alla rovescia è riecheggiato in arabo. Speranza orbiterà attorno a Marte studiandone l'atmosfera e i cambiamenti climatici stagionali. Per di più, arrivando a destinazione nel prossimo febbraio dopo il viaggio di - se fosse rettilineo, ma non lo è - 55 milioni di chilometri, Hope permetterà anche di celebrare in maniera siderale i 50 anni dell'indipendenza della nazione.

Il 23 luglio tocca alla Cina, orgogliosa del rover spedito di recente sul lato nascosto della Luna: la missione Tianwen-1 (Domande celesti) prevede il lancio di una sonda-orbiter, di un lander (sta fermo dove atterra) e di un rover (mezzo mobile). Mica male tutto in una volta: giusto mezzo secolo fa la Cina di Mao Tse-tung lanciò il suo primo timido satellite in orbita terrestre.

Già disegnata sui veterani lander InSight e rover Curiosity, in servizio attivo, la bandiera a stelle e strisce è pronta ad approdare di nuovo su Marte con il mastodontico rover Perseverance pesante una tonnellata e con un motore al plutonio. Farlo ammartare indenne rallentando il volo da ventimila chilometri orari a zero in quella rarefatta atmosfera, un terzo meno densa di quella terrestre, sarà già di per sé un successo. A bordo - altro exploit - il minielicottero a doppio rotore controrotante Ingenuity (ingegnosità): sarà il primo velivolo umano a librarsi su un mondo extraterrestre. Ma non è finita qui la missione Mars 2020 al decollo il 28 luglio: il trapano (comunque taglia XXXS rispetto a quello di Leonardo) raccoglierà 53 carotine (15 grammi ciascuna) di suolo marziano destinate a essere riportate sulla Terra con un missione nel 2026, probabilmente con il contributo di Esa e Asi. Finora solo i sovietici, e dalla vicina Luna negli anni 70, sono riusciti a portare a casa campioni di terreno alieno senza l'aiuto dell'uomo, vedi le missioni Apollo. Già, e il primo uomo o la prima donna su Marte? «Von Braun - ricorda ancora Paolo D'Angelo - si disse in grado di portarvelo nel 1980, ma gli Usa, vinta la corsa anche ideologica alla Luna contro l'Urss spendendo 80 miliardi di dollari odierni, lasciarono perdere. Per l'uomo su Marte nel giro, a essere arciottimisti, di 20 anni, ne servono dai 500 ai mille. Un'enormità, ma adesso le imprese spaziali vedono in campo anche i privati attratti dal mito e dal profitto: dietro la gara per Marte vi sono entrambi».
 

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