«Immagino questa tecnologia applicata per esempio ai cellulari del futuro che - prosegue - potrebbero essere 'indossatì sull'avambraccio, dando la possibilità, non solo di di parlarsi e vedersi, ma anche di stringersi la mano a distanza». Il dispositivo ottenuto dai ricercatori è un foglio elettronico fatto di un materiale plastico morbido e leggero che aderisce alla pelle e si conforma alla forma del corpo. Contiene una serie di componenti meccanici (attuatori) che convertono l'energia elettrica in vibrazioni e che sono alimentati in modalità wireless, grazie a un'antenna. In questo modo si evitano cavi o batterie interne che rendono ingombranti gli altri sistemi indossabili ottenuti finora.
«L'elemento molto innovativo della tecnologia - osserva Oddo - è che è flessibile e adattabile all'arto che la indossa, penso per esempio a una persona che ha perso un braccio e che ha una protesi robotica: l'arto residuo può essere rivestito di questa pelle, in modo che quando la protesi robotica tocca un oggetto le invia gli impulsi, permettendo a chi la indossa, di percepire la forma dell'oggetto.
Un'altra applicazione potrebbero essere i social media: due persone collegate a distanza attraverso il pc, se munite di questi dispositivi, possono riuscire a percepire una carezza a distanza, toccando l'immagine dell'altro sullo schermo».
This week on the Nature cover: Waves of mutation. Barcode system images evolutionary dynamics of laboratory yeast. Browse the issue here: https://t.co/0dtABdVsCQ pic.twitter.com/pe16RxYmiG
— nature (@nature) 20 novembre 2019
Potrebbe giovarne anche la robotica di soccorso: un operatore a distanza può indossare questa pelle e percepire le sensazioni anche tattili di un robot che opera in una situazione di pericolo, orientando meglio i soccorsi. Infine anche i videogiochi potrebbero diventare più immersivi, dando a chi gioca la possibilità di avvertire le sensazioni tattili dei personaggi.