Sanità, pacemaker celebrale contro il Parkinson a L'Aquila. Effettuati primi innovativi impianti: più qualità di vita per i pazienti

Sanità, "pacemaker" celebrale contro il Parkinson a L'Aquila. Effettuati primi innovativi impianti: più qualità vita per i pazienti
Sanità, "pacemaker" celebrale contro il Parkinson a L'Aquila. Effettuati primi innovativi impianti: più qualità vita per i pazienti
Lunedì 26 Luglio 2021, 10:51 - Ultimo agg. 27 Luglio, 10:42
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Simile a un pacemaker, invia all'area del cervello correlata con i sintomi del Parkinson dei segnali elettrici attraverso fili estremamente sottili. È l'innovativo sistema di elettrocateteri, disponibile all'ospedale dell'Aquila, sviluppato da Medtronic per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep brain stimulation - Dbs) e che consente di personalizzare la cura rilevando i segnali celebrali.

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Al San Salvatore sono stati effettuati già i primi impianti: l'ospedale aquilano può vantare questa specialità insieme a Padova, Bologna, Bergamo, Novara, Milano e Pavia.

Gli studi condotti hanno dimostrato che la stimolazione cerebrale profonda eseguita con questo sistema è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non possono essere controllati in maniera adeguata tramite i farmaci.

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«I risultati ottenuti sono frutto del grande impegno che la neurochirurgia ha intrapreso in questi ultimi anni puntando sull'innovazione e l'unicità del servizio. La più grande soddisfazione arriva dai continui feedback positivi che questi pazienti , provenienti da varie regioni italiane, ci trasmettono. Restituirgli una qualità di vita soddisfacente ed autonomia quotidiana è la forza che ci spinge a continuare in questo complesso campo della neurochirurgia - spiega uno dei responsabili del progetto, il dottor Francesco Abbate, che opera insieme al primario del reparto di neurochirurgia, Alessandro Ricci, e al dottor Nicola Modugno. Questa nuova tecnologia permette una terapia personalizzata che si può adattare utilizzando i dati oggettivi di ogni paziente per consentire una programmazione in termini di spazio e tempo e come risultato più importante migliorare la vita del paziente.

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