Sole, eruzioni al massimo: boom di aurore boreali ma i satelliti vanno in tilt

Sole, eruzioni al massimo: boom di aurore boreali ma i satelliti vanno in tilt
di Massimo Capaccioli
Venerdì 27 Agosto 2021, 08:00
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Siamo tutti interessati a conoscere in anticipo i cambiamenti del clima, tanto più ora che l'atmosfera della Terra, scombussolata dal riscaldamento globale, ci sorprende e ci affligge con episodi di inaudita violenza; ma sono solo pochi addetti ai lavori e alcuni illuminati dilettanti a coltivare la cosiddetta meteorologia spaziale, la scienza che studia come evolvono le condizioni ambientali all'interno del Sistema Solare, con particolare riguardo ai dintorni del nostro pianeta. Una colpevole disattenzione, com'è quella di colui che si disinteressa del tutto di chiunque sia al di fuori dei confini del proprio paese, perché come recitava con mesta saggezza il poeta elisabettiano John Donne - «nessuno uomo è un'isola» disgiunta dal resto del mondo, e non lo è nemmeno un pianeta, aggiungo io, anche se a tutta prima potrebbe apparire tale. 

La Terra circola infatti attorno al Sole entro uno spazio che è ben lungi dall'essere vuoto.

Noi navighiamo a 150 milioni di km dalla nostra stella entro un'estensione della sua corona costituita dal cosiddetto vento solare, un flusso di particelle cariche (protoni, elettroni e in piccola parte nuclei di elio) la cui importanza è modulata dal ciclo undecennale dell'attività magnetica dell'astro. In soldoni si tratta di quell'intervallo (medio) di tempo durante il quale il numero delle macchie presenti sulla superficie del Sole (la cosiddetta fotosfera perché di lì in poi non è possibile penetrare le viscere dell'astro tramite la luce visibile) varia semi-regolarmente passando da un minimo a un massimo per poi ritornare al minimo e ricominciare la giostra. Frutto del gioco della dinamo solare che in undici anni inverte la polarità del proprio campo magnetico scompaginando così una stella che nel complesso se ne sta buona e tranquilla (non aggiungo altro perché l'argomento non è solo difficile ma anche abbastanza controverso).

Effettivamente il Sole è un pacioccone di taglia media e di mezza età, senza grilli per la testa come ne hanno invece gli astri neonati, che non sanno ancora comportarsi con la dovuta compostezza, e nemmeno le tante stelle variabili, che per una ragione o per l'altra manifestano un'instabilità intollerabile per una forma di vita come la nostra ove essa pretendesse di albergarvi attorno. A parte casi eccezionali, il Sole invece manifesta al più dei brillamenti superficiali cui le linee del campo magnetico stellare conferiscono stupende geometrie e una magnificenza incommensurabile con le cose terrene. Da queste formidabili eruzioni possono emergere i cosiddetti coronal mass ejections, espulsioni di milioni o addirittura miliardi di tonnellate di gas coronale surriscaldato che, adattandosi alla velocità del vento solare, possono raggiungere la Terra e interagire con la camicia magnetica che la circonda, la magnetosfera, modificandone la geometria. Essi sono responsabili di fenomeni affascinanti come le aurore boreali (mutevoli ventagli colorati prodotti dall'urto contro l'atmosfera terrestre del plasma solare cui il campo magnetico ha aperto la strada ai poli) o fastidiosi come i disturbi e le vere e proprie interruzioni alle comunicazioni radio; ma nessun danno alle persone che non siano in alta quota e senza protezione.

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La prossima ondata di plasma solare si scontrerà con lo scudo del nostro pianeta proprio oggi. Si tratta di una interplaneraty coronal mass ejection di modesta entità, come si addice a quelle che accadono, con frequenza ridotta, all'inizio di un ciclo solare (quello in cui siamo è iniziato a dicembre del 2019, in coincidenza con la pandemia del corona virus; ma - si rassegnino quelli che ancora cercano, come Don Ferrante, le cause dei mali nelle stelle - tra i due fenomeni non esiste nessuna relazione). Insomma, per ora niente panico; solo il piacere, per chi ha la fortuna di vederle, di godere delle luci fiammeggianti e multicolori delle aurore boreali. Tuttavia gli specialisti ci dicono che il ciclo attuale potrebbe essere tra i più intensi dell'ultimo secolo; e allora ne vedremo delle belle. Il massimo dell'attività si avrà nel 2025; ciò nonostante nemmeno in questo caso c'è di che preoccuparsi. Una volta di più e presumibilmente per un tempo misurabile in miliardi di anni, il Sole mostrerà sì i muscoli di perfetto culturista senza arrecarci però danni significativi. A ben pensarci, non è nemmeno necessario che li faccia; ci siamo già noi a distruggere noi stessi e il nostro habitat. Perché davvero, in questi ultimi tempi, l'homo sapiens sembra aver spento più che mai coscienza e cervello.

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