Virgo, l'antenna italiana: «Così l'universo ci sta parlando»

Virgo, l'antenna italiana: «Così l'universo ci sta parlando»
di Chiara Graziani
Giovedì 28 Settembre 2017, 08:56 - Ultimo agg. 29 Settembre, 08:49
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A 1760 milioni di anni luce da noi, costellazione Eridano. Il 14 agosto scorso un network di tre strumenti terrestri sofisticatissimi, due negli Stati Uniti ed uno in Italia, ha fissato un punto preciso sulla mappa dell'universo, come una volta i marinai sulle vecchie carte marittime segnavano una nuova isola avvistata. I due interferometri Ligo - in Louisiana e nello stato di Washington - e Virgo - nelle campagne del Pisano - alle 12.30 e 43 secondi hanno raccolto i segnali delle onde gravitazionali di un evento catastrofico lontanissimo, li hanno incrociati, analizzati, triangolati. E ce ne hanno dato le coordinate. Hanno provato di essere il nuovissimo, eccezionale, strumento di conoscenza ed esplorazione in mano all'umanità. Solo Galileo Galilei con il telescopio aveva fatto un balzo in avanti paragonabile a quello dei tre interferometri finalmente uniti in un network dopo la prima scoperta delle onde gravitazionali un anno fa.

Possiamo vedere, ed individuare esattamente nel cosmo eventi e corpi celesti, a distanze finora inimmaginabili. E possiamo «vederli» attraverso la materia che la luce non attraversa ma le onde gravitazionali sì.
La svolta che apre l'era dell'astronomia gravitazionale, quella basata non sull'osservazione della luce ma sulla misurazione dei mutamenti del tempo e dello spazio letteralmente stropicciati, come una tela di sacco al vento, dai cataclismi cosmici, è datata 14 agosto 2017: quando, per la prima volta, dagli Stati Uniti e dall'Italia, i tre grandi interferometri hanno intercettato insieme da tre diversi punti del pianeta,il flusso di onde gravitazionali da Eridano.

La triangolazione dei dati ha dato la localizzazione. Il primo indirizzo noto della nuova, sconosciuta, prateria inesplorata che ci si spalanca intorno. Nella ricerca nulla è più come prima. Ed in chissà quanti altri campi della conoscenza. L'annuncio alla conferenza stampa congiunta Virgo-Ligo ospitata dal G7 della scienza a Torino, è stata data da France Cordoba rappresentante di uno dei grandi finanziatori dell'operazione la National science foundation, (gli investimenti pubblici del governo americano sono stati e saranno decisivi). Ma c'erano tutti i principali rappresentanti di una grande storia avviata 40 anni fa e costruita in maniera determinante, e trainante, dagli italiani dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. Sul palco Giovanni Losurdo, dell'Infn, leader del progetto Advanced Virgo, David Shoemaker, portavoce Ligo, quello di Virgo Jo van den Brand, e Frederique Marion, senior scientist di Virgo. Tutti hanno parlato su un piano di parità e le parole «rete» e «collaborazione» non erano formali.

Questo storico esperimento, infatti, o è globale o non è. Solo il concetto di «rete», «scambio» «collaborazione» ad altissima tecnologia condivisa lo hanno reso possibile e ci permetteranno di farne uso al meglio. Che sia una grandissima occasione anche per la crescita del paese, oltre che per la conoscenza che, dice Losurdo «sposta i suoi confini in avanti» se ne rende conto il ministro per la ricerca e l'università Valeria Fedeli, che ha assicurato lo sforzo del governo italiano «per costruire un'economia della ricerca» ed ha ringraziato «i ricercatori e le ricercatrici, giovani e meno giovani, che hanno dimostrato con la loro tenacia l'importanza e la possibilità di essere visionari». L'intervento pubblico americano, vista anche la presenza ed il ruolo della Cordoba nella conferenza stampa, non sembrano in discussione.

L'Italia, fra gli attori principali dell'impresa, dovrà valutare se inserire nelle sue priorità una realtà scientificamente rivoluzionaria che, spiega sempre Losurdo, è anche «scuola per nuove generazioni di scienziati, punto di riferimento per le scuole» e formidabile fonte di ispirazione per tecnologie sempre più evolute e riutilizzabili in un'infinità di campi.
Ed è sterminato, infatti, l'arsenale tecnologico necessario ad arrivare alla svolta del 14 agosto. I buchi neri, fino alla scoperta delle onde gravitazionali, non erano mai stati osservati direttamente. Sono fra i corpi celesti più misteriosi ed inesplorati di quell'oceano che è l'infinito. Virgo e Ligo hanno assistito il 14 agosto alla danza dei due corpi celesti, uno attorno all'altro fino alla fusione finale in un nuovo grandissimo buco nero che ha rilasciato un'immensa quantità di energia sotto forma di onde gravitazionali. Cinquantatrè soli si sono illuminati tutti insieme ed una cascata di energia, sotto forma di onda, ha attraversato - immodificata ed imperturbabile da 1760 milioni di anni - lo spazio fino a che non ha trapassato, per proseguire, anche il granellino che siamo noi. Sul quel granellino l'uomo aveva alzato un'antenna, anzi tre.

L'onda da Eridano continuerà ad attraversare per sempre materia e spazio. Ma abbiamo intercettato il suo messaggio, le coordinate dello sconosciuto che si rivela noto.Virgo e Ligo, e la collaborazione Usa Europa (nella quale washington e gli italiani sono le locomotive) adesso hanno davanti la terza fase, quella della corsa in avanti. Gli interferometri, infatti, adesso saranno spenti. «Sono in upgrade» spiega il portavoce di Virgo, in perfezionamento. Si riaccenderanno, come in un film, ad autunno del 2018. Saranno stati portati al massimo della potenza che la tecnologia umana consente ad oggi. E se siamo arrivati a vedere eventi a 1760 milioni di anni luce da noi, ad autunno la sensibilità della rete, perchè così va chiamata, potrebbe essere due volte tanto. La portata dell'upgrade la dà Shoemaker: «Occorre pensare che il volume visto sarebbe 8 volte superiore e che la quantità di segnali attesi diverrebbe 8 volte superiore all'attuale». Virgo aveva la meta nel nome: l'ammasso di galassie della Vergine. Si voleva arrivare fino lì, a 60 milioni di anni luce. Ad autunno, quando i tre interferomentri torneranno a collaborare, si prevede almeno un avvistamento a settimana. Quello che la collaborazione scientifica - pura, non a scopo a lucro e globale - può fare è infinito rispetto all'impegno dei progetti nazionali. Ed è il più formidabile incentivo per lo sviluppo di applicazioni che migliorano la vita delle persone e creano, a valle, «l'economia della ricerca». La lezione delle onde gravitazionali.
 
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