Maxi multa per Apple e Samsung: ecco tutti i trucchi che invecchiano gli smartphone

Maxi multa per Apple e Samsung: ecco tutti i trucchi che invecchiano gli smartphone
di Rosita Rijtano
Giovedì 25 Ottobre 2018, 07:15 - Ultimo agg. 19:35
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Aggiornamenti che avrebbero dovuto migliorare le prestazioni del telefono, invece lo rendevano quasi inservibile. Una pratica commerciale che ieri l'Antitrust ha definito «scorretta», accusando due colossi della tecnologia: Samsung e Apple. Entrambi colpevoli di aver portato gli utenti a scaricare aggiornamenti su «dispositivi che non erano in grado di supportarli adeguatamente». Senza informarli di eventuali malfunzionamenti conseguenti né dando l'opportunità di ripristinare le versioni precedenti. Da qui una multa da cinque milioni di euro per il produttore sudcoreano e dieci per l'azienda di Cupertino. Una decisione destinata a fare la storia. Nel mirino del Garante italiano dei consumatori, la cosiddetta «obsolescenza programmata», cioè le tecniche che hanno lo scopo di ridurre la vita di un dispositivo per anticiparne la sostituzione.

Nulla di difficile per Samsung e Apple che per spingerci ad acquistare l'ultimo modello di smartphone, prima che ce ne fosse un effettivo bisogno, sfruttavano nuove versioni dei firmware: l'insieme di programmi che il produttore installa sul telefono, permettendogli di funzionare. Secondo l'Antitrust, Samsung seguiva questo modus operandi da maggio 2016. Il suo obiettivo erano i proprietari del Galaxy Note 4 che ha debuttato nei negozi italiani nel settembre del 2014. Presentato come un prodotto di alta qualità in competizione con l'iPhone, al momento del lancio il Note 4 costava 769 euro. Due anni dopo, la casa madre considera il modello già vecchio: da buttare e rimpiazzare. Un passaggio che doveva avvenire per tutti e in maniera indipendente dalle effettive condizioni dello smartphone. Ed ecco che mette in atto un trucco: chiede a chi ha il Note 4 di scaricare gli aggiornamenti del firmware basati su Marshmallow, il nuovo sistema operativo Android sviluppato da Google. Le richieste sono «insistenti», scrive il Garante, e mettono l'utente davanti a un aut aut: o effettua il download, o non gli verrà garantita assistenza adeguata né la garanzia.

In pratica, non ha altra scelta. Peccato che ad essere predisposto per questo software, non era il Note 4. Ma il suo erede: il Galaxy Note 7, più potente e acquistabile per 879 euro. Così, una volta effettuato l'aggiornamento, le prestazioni del telefono si riducevano sensibilmente. Prima con continui rallentamenti e riavvii automatici, fino ad arrivare in alcuni casi allo spegnimento. Tutti effetti collaterali che erano stati descritti in «maniera omissiva e ingannevole». Tornare indietro era impossibile e riparare lo smartphone fuori dalla garanzia comportava una spesa notevole visto che Samsung «non copriva i costi connessi a tali malfunzionamenti». A questo punto, il consumatore si trovava nella posizione di trovare più conveniente l'acquisto di un device nuovo, magari il Note 7. Proprio quello che voleva il gigante di Seoul.

Cambiano i telefoni, ma non il sistema. Perché la stessa tecnica è usata da Apple a partire dal settembre 2016, quando chiede ai fan della Mela di installare il sistema operativo iOS 10 e versioni successive.

Vittime del bombardamento sono i proprietari dei modelli di iPhone 6: 6/6Plus e 6s/6sPlus, rispettivamente immessi sul mercato nell'autunno del 2014 e 2015. L'installazione è gratuita, le sollecitazioni periodiche e inevitabili. I messaggi parlano dei miglioramenti introdotti: la correzione di errori, l'introduzione di funzioni e app. Slogan che invogliano la prova. Anche stavolta, però, il firmware è stato sviluppato per i frutti di Cupertino di ultima generazione usciti da poco con prezzi che vanno dagli 800 ai 1200 euro, iPhone 7 e 7 Plus.

La maggiore energia necessaria a far funzionare il nuovo sistema operativo, è il problema. Una richiesta a cui i vecchi modelli non sono in grado di far fronte.
Il risultato? Si spengono improvvisamente. Infatti, fin dal primo giorno di download gli utenti segnalano telefoni bloccati. Apple ha provato a metterci una pezza dando l'opportunità di sostituire le batterie a prezzo scontato nel dicembre 2017. Poi con un nuovo aggiornamento rilasciato nel febbraio 2017. Ma la conseguenza è un rallentamento delle prestazioni dell'iPhone. Misure che il Garante ha considerato insufficienti. L'azienda oggi guidata da Tim Cook si macchia anche di un'altra colpa, che spiega i cinque milioni di multa addizionali rispetto a Samsung: «Non ha fornito ai consumatori adeguate informazioni circa alcune caratteristiche essenziali delle batterie al litio, quali la loro vita media e deteriorabilità, nonché circa le corrette procedure per mantenere, verificare e sostituire le batterie per conservare la piena funzionalità dei dispositivo».
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