Coronavirus: smartphone che “dorme” lavora per la ricerca: iniziativa di Vodafone e Imperial College di Londra

Coronavirus: smartphone che “dorme” lavora per la ricerca: iniziativa di Vodafone e Imperial College di Londra
Venerdì 10 Aprile 2020, 10:55 - Ultimo agg. 11:07
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Fondazione Vodafone e Imperial College di Londra uniscono le proprie forze per combattere il Coronavirus e lanciano un nuovo progetto che permette a chiunque abbia uno smartphone di dare un contributo concreto, semplicemente dormendo.

Grazie a DreamLab, l’app gratuita di Fondazione Vodafone che sfrutta la potenza di calcolo degli smartphone per accelerare la ricerca in campo medico, è possibile infatti sostenere gli studi degli scienziati dell’Imperial College sui trattamenti per il Coronavirus (Covid-19).

Per farlo, è sufficiente scaricare l’app, mettere in carica il proprio device e donare la potenza di calcolo mentre è inutilizzata, ad esempio durante la notte.
 
La potenza di calcolo degli smartphone - normalmente impiegata per posta elettronica, app, streaming di video o musica - è infatti una risorsa inutilizzata durante la notte e grazie a DreamLab può essere messa a servizio della ricerca. Da maggio 2019, DreamLab è disponibile anche in Italia con il progetto “Genoma in 3D”, condotto con il sostegno di Airc presso Ifom.
 
Ad aggiungersi a quelli esistenti, è stato lanciato un nuovo progetto che utilizzerà la stessa tecnologia per contribuire alla lotta contro il Coronavirus. 
 
Dopo aver scaricato gratuitamente DreamLab dall’App store per iOS o da Play Store per Android, l’utente potrà selezionare il progetto “Coronavirus” nella sezione ‘Progetti’ e scegliere quanti dati di rete mobile o Wi-Fi donare alla ricerca. 

Per i clienti Vodafone, l’utilizzo non comporta il consumo del traffico dati.
 
Il progetto combina algoritmi di intelligenza artificiale e la potenza di calcolo degli smartphone per accelerare la scoperta di nuovi componenti anti-virali nei farmaci esistenti e per aiutare l’identificazione di molecole anti-virali negli alimenti, velocizzando l’accesso a farmaci efficaci e consentendo in futuro cure personalizzate contro questa malattia infettiva. Creando una rete di smartphone, DreamLab “aziona” un super computer virtuale in grado di elaborare miliardi di calcoli, senza raccogliere o rivelare dati sulla posizione degli utenti. Sfruttando unicamente la potenza di calcolo, infatti, nessun dato personale viene elaborato o scaricato dal dispositivo dell'utente.
 
Il progetto “Coronavirus” si divide in due fasi: identificazione di farmaci e di molecole alimentari esistenti con proprietà antivirali; e ottimizzazione delle combinazioni fra le molecole di farmaci e alimenti con proprietà antivirali per una maggiore efficienza nella lotta contro le infezioni da coronavirus. 

Se le tradizionali ricerche sperimentali e i metodi standard di ricerca richiederebbero anni di sviluppo, l’approccio del calcolo distribuito utilizzato da DreamLab riduce drasticamente i tempi di analisi di una grande quantità di dati.

Se un normale PC, in funzione 24 ore al giorno, impiegherebbe decenni per elaborare i dati, una rete di 100.000 smartphone interconnessi di notte può eseguire lo stesso compito in un paio di mesi.
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