Palinsesti Rai, cosa cambia: Carlo Conti favorito per Sanremo, talk politico di Giletti il giovedì. Cda entro il voto Ue: ipotesi Agnes presidente

A viale Mazzini partono le grandi manovre. Rossi possibile ad, Sergio resterebbe come dg

Rai, Cda entro il voto Ue: ipotesi Agnes presidente. Carlo Conti favorito per Sanremo, talk politico di Giletti il giovedì
Rai, Cda entro il voto Ue: ipotesi Agnes presidente. Carlo Conti favorito per Sanremo, talk politico di Giletti il giovedì
di Mario Ajello
Giovedì 28 Marzo 2024, 00:02 - Ultimo agg. 14:39
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In Rai non è mai detta l’ultima parola finché la realtà non diventa tale. E tuttavia, si starebbe delineando il nuovo trittico di comando del servizio pubblico. Così composto, quando sarà e potrebbe essere poco prima delle elezioni europee del 9 giugno o subito dopo: Giampaolo Rossi amministratore delegato, Simona Agnes presidente, Roberto Sergio direttore generale. Rossi ha grande esperienza e competenza aziendale, identità di destra e forte capacità trasversale; Agnes, donna, manager, equilibrata nella sua funzione nel Cda in scadenza, ha solide radici nella storia del servizio pubblico; Sergio è il prototipo del professionista Rai che viene da lontano e che in questa fase, come ad, ha gestito di fatto senza strappi l’aspetto industriale e di prodotto del colosso di Viale Mazzini. 
In ambito politico, assicurano che l’accordo è stato fatto ed è tutto pronto per la nuova governance della Rai. Che prevede anche la formazione del nuovo Cda – le candidature stanno arrivando e dal 21 al 31 maggio le Camere possono eleggere i quattro consiglieri di nomina parlamentare e il Mef i suoi due – su cui non proprio tutto è ancora deciso. 

LA PREOCCUPAZIONE

Sta di fatto che il mondo degli artisti e dei conduttori (nelle prossime ore ci sarà la firma di Piero Chiambretti per una striscia quotidiana da settembre e cinque prime serate sempre su Rai3 da maggio, mentre Giletti sempre su Rai3 farà il giovedì sera un talk di pop-politik alla Santoro dei bei tempi) è in cerca di chiarezza ovvero di certezze lavorative in mezzo ai tanti gossip sui nuovi vertici Rai che impazzano spesso a vanvera da alcuni mesi. Ci si chiede per esempio, a Viale Mazzini e dintorni: Amadeus accetterà la corte di Discovery a Nove (diventata quasi di pubblico dominio dopo le indiscrezioni circolate) oppure resterà a casa Rai dove tanto bene sta facendo? 

Negli assetti che – al netto di sorprese dell’ultima ora – si vanno delineando in questi giorni, ci sarebbero, oltre al trittico che garantirebbe secondo fonti di governo la continuità aziendale, Marcello Ciannamea, sostenuto dalla Lega, nel ruolo cruciale del responsabile di prime time e day time (Sanremo e tutto il resto dell’intrattenimento) e Angelo Mellone, vicino a Rossi e al mondo della destra, attuale capo del day time, diventerà coordinatore dei Generi ovvero una nuova direzione che si annuncia ampia e importante anche se al momento la dicitura è vaga. E intanto già tutti, nei Palazzi e nelle redazioni, si chiedono che cosa accadrà nei tiggì. Ma è presto per dirlo. 
Quel che è certo è che Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, resterà dov’è ma il suo contratto che scade a luglio dovrà essere rinnovato dal nuovo Cda. 

Per il consiglio, i nomi più gettonati dai partiti sono questi: Alessandro Casarin, ora direttore Tgr, in quota Lega; Alessandro Di Majo confermato per M5S; la matematica e scrittrice Chiara Valerio per il Pd (ma i dem ancora tentennano tra la scelta di un super-professionista Rai come Antonio Di Bella e una eroina della società civile come appunto la Valerio); e la giornalista Annalisa Terranova, del Secolo d’Italia, per FdI (ma dalle parti meloniane non si è perduta la speranza di trovare nel mondo delle professioni e dell’imprenditoria una donna ad hoc mentre è sfumata l’ipotesi Mauro Mazza perché in virtù della legge sulle presenze femminili nei Cda delle aziende va dato spazio alle donne).

E ancora: sarà rieletto il consigliere uscente in rappresentanza dei dipendenti Rai, Davide Di Pietro.

L’interesse dei partiti e di alcuni più di altri – per esempio la Lega che teme, in base ai sondaggi circolate nelle ultime settimane, di venire ridimensionata alle Europee – è di chiudere la partita Rai prima del voto del 9 giugno. I tempi tecnici sono stretti, ma si può fare e sulla Rai sono all’opera direttamente, ovvero trattano, i segretari di partito. Per la maggioranza: Meloni, Tajani, Salvini, Lupi. Schlein e Conte per ora sono alla finestra o meglio la segretaria del Pd è intenta a sciogliere il suo dilemma (una persona del mondo Rai in Cda o un’esterna e marziana che possa sottolineare l’alterità del Nazareno alle attuali politiche televisive e comunque Elly va dicendo: «Dobbiamo mettere un consigliere molto combat e super-combat») e sia la dem che lo stellato si preparano al voto in Vigilanza Rai quando sarà. 

IN VIDEO

Sul fronte degli artisti, Amadeus, se resta, continuerà a fare le prime serate. Non farà Sanremo 2025, e Carlo Conti è il più papabile nel sostituirlo. Gira intanto nel micro-macrocosmo Rai un’indiscrezione destinata a fare rumore. Riguarda Federico Ruffo, ora conduttore di Mi manda Raitre. Potrebbe andare lui al posto di Sigfrido Ranucci a Report e Ranucci, assicurano voci incontrollate, potrebbe raggiungere Fabio Fazio al Nove. Quello Ranucci-Ruffo non sarebbe in ogni caso un avvicendamento di tipo politico perché il secondo dei due viene a sua volta dal mondo Gabanelli-Report cioè dalla sinistra.

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