Tiziano Ferro, il monologo della serata finale: «La felicità non è un privilegio, è un diritto»

Tiziano Ferro, il monologo della serata finale: «La felicità non è un privilegio, è un diritto»
Tiziano Ferro, il monologo della serata finale: «La felicità non è un privilegio, è un diritto»
Sabato 8 Febbraio 2020, 22:48 - Ultimo agg. 23:24
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Tiziano Ferro si congeda dal Festival di Sanremo con un emozionante monologo che precede un medley dei suoi più grandi successi: «La felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé». Il cantante di Latina, sul palco dell'Ariston, si racconta a due settimane dal suo 40esimo compleanno. «A 40 anni, per la prima volta ho sognato Dio. Aveva il viso di un adolescente e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo - ha raccontato nel suo breve monologo -. A 40 anni, ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male. Dove l'arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma. A 40 anni ho imparato che non bisogna negarsi all'amore del padre e della madre, mai, né per orgoglio né per timore. L'amore è un lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza. Basta ascoltare».

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Emozionato, ha poi continuato: «A 40 anni so che nessuno può vedere quanto è bello l'amore se non condividi col mondo il tuo sorriso da innamorato. Ci ho messo 40 anni, ma adesso so che il brutto tempo non esiste. Ô tutto un susseguirsi di stagioni. Solo questione di ripararsi o scoprirsi al momento giusto. A 40 anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici. E grazie a loro curo le ferite che arriveranno. Ho 40 anni e voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere soffrendo. E nessuno dovrebbe mai voler morire. Perché subire non è una disgrazia, è una scelta». E poi ha concluso: «E la felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei deboli. Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980. Non sono sbagliato. Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40 anni ormai».

 

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