Covid, Arcuri a Domenica In: «Con AstraZeneca potremo accelerare»

Covid, il commissario Arcuri a Domenica In: «Con AstraZeneca potremmo accelerare la vaccinazione»
Covid, il commissario Arcuri a Domenica In: «Con AstraZeneca potremmo accelerare la vaccinazione»
Domenica 17 Gennaio 2021, 16:28 - Ultimo agg. 20:08
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Puntata all'insegna del Covid per Mara Venier e per i suoi ospiti, a Domenica In. Tra loro anche il commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri, il regista Giuseppe Tornatore, l'immunologo prof. Francesco Le Foche, la giornalista Selvaggia Lucarelli, l'imprenditore Lapo Elkann e le attrici Claudia Mori e Gina Lollobrigida che - fra le altre cose - domani riceverà il vaccino per il nuovo coronavirus.

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Domenico Arcuri

Si è parlato subito di vaccini, e la conduttrice di Rai Uno ha subito chiesto al commissario cosa ne pensasse dei ritardi legate alle consegne delle dosi: «È accaduto che - lo scorso venerdì - Pfizer ha annunciato che il successivo lunedì avrebbe consegnato una quantità ridotta dei vaccini previsti. Un preavvisto di sole 48 ore: i governi Ue unanimenente hanno protestato: il governo italiano ha protestato con più forza, anche se siamo il Paese che ha vaccinato di più: l'80% dei vaccini arrivati sono già stati somministrati», ha esordito. Poi Arcuri ha continuato:  «La tutela della salute ha un valore non negoziabile: sulla salute delle persone non si scherza». E sulla campagna dei richiami ha rassicurato: «abbiamo una quantità di dosi  - bassa ma sufficiente -  per garantire i richiami previsti per la prima fase».

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Leggero imbarazzo - poi - quando Mara Venier chiede: «Ci sono Stati che pagano di più?». Al che Arcuri ammette: «Questo non lo so, e come dice lei non posso rispondere. Posso farle un sorriso». Al che la conduttrice di Rai Uno conclude: «E il suo sorriso, anche senza mascherina, dice tutto». Poi Arcuri ha augurato un'accelerazione della campagna vaccinale grazie al vaccino sviluppato da AstraZeneca.

Anche se: «Siamo solo all'inizio, ci stiamo comportando bene, siamo quelli che hanno vaccinato di più, ma c'è ancora molto da fare».

Giuseppe Tornatore

Poi è stata la volta del regista Giuseppe Tornatore, che ha ringraziato il commissario straordinario: «Il commissario Arcuri mi ha chiesto di ideare dei piccoli film, degli spot, per la campagna di sensibilizzazione sulla necessità di vaccinarsi. Io ho aderito immediatamente: ho pensato che fosse - nel mio piccolo - doveroso fare qualcosa», aggiunge il regista. Poi in studio è stato trasmesso il primo dei suoi documentari sul Covid: «Molto commovente - commenta Mara Venier - è un colpo al cuore. C'è tutto quello che stiamo vivendo». Al che Tornatore ha sottolineato che «abbiamo puntato sul concetto di trasmettere alcune riflessioni sul clima emotivo». 

«Grazie Giuseppe Tornatore. Dobbiamo volerci bene»: lo scrive il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Fb dove ringrazia il regista per la realizzazione, su richiesta del commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, di piccoli spot per una campagna di sensibilizzazione sulla necessità di vaccinarsi, dove il messaggio è proprio quello del volere bene a se stessi.

Lo spot

Protagonisti del primo spot sono un'anziana madre e la figlia che si abbracciano, come accade da quando è iniziata l'emergenza in molte case di riposo, divise da un telo di plastica trasparente. «La plastica che sembra aver avvolto la nostra vita», ha notato Tornatore. Alla madre che le domanda se ha deciso, la donna risponde di avere molti dubbi. «I dubbi aiutano, devi volerti bene», dice l'anziana, mentre il vento solleva il telo di plastica. «L'idea era di evitare la dimensione didascalica, informativa e didattica, puntando sul concetto di trasmettere una riflessione attraverso un clima emotivo - ha spiegato il regista siciliano di Nuovo Cinema Paradiso. Arcuri mi ha chiesto di ideare e realizzare degli spot per una campagna di sensibilizzazione sulla necessità di vaccinarsi. Ho già girato tre soggetti, una trilogia. Uno è pronto, un secondo è in montaggio, il terzo seguirà. Poi forse ci sarà un quarto»

E su chi è timoroso nel ricevere il vaccino, il regista ha dichiarato che «le persone che sono ancora incerte - o dicono di non volersi sottoporre al vaccino - non vanno colpevolizzate. Vanno comprese, vanno aiutate. Nel nostro clip c'è anche il presagio della fine». Poi il commissario Arcuri, dalle parole di Tornatore, si è aggiunto per chiarire: «Questa voglia di abbracciarci ce l'abbiamo tutti, anche se c'è questo telo di plastica che il maestro Tornatore ha voluto rappresentare. Voglio ringraziare il maestro Tornatore che ci ha regalato delle cose bellissime, ed è bene che gli italiani non lo dimentichino», ha concluso il commissario.

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Francesco Le Foche

Anche l'immunologo Francesco Le Foche si è detto ottimista sul futuro della pandemia: «Cerchiamo di fare il punto: un anno fa l'eziologia, la causa di queste gravi polmoniti interstiziali - di Wuhan - non la conoscevamo. Poi abbiamo capito che era un virus, che abbiamo chiamato Sars-Cov-2. E l'intelligenza planetari applicata, che si chiama scienza - ci ha dato il vaccino. È un regalo che ci ha fatto la scienza, unito alla responsabilità individuale». Poi, a proposito della sensibilizzazione collettiva, Le Foche ha precisato che «per un medico è una questione morale, credo che alla fine la sensibilizzazione sui pazienti funzionerà». E sull'obbligatorietà del trattamento ha aggiunto: «Credo che alla fine la sensibilizzazione funzionerà».

Poi Le Foche, rispondendo a una domanda di Selvaggia Lucarelli sulle varianti, ha aggiunto: «È vero quello che dice Selvaggia sulle varianti, ma sulle varianti britanniche sembra che il vaccino funzioni. Sulle varianti brasiliane abbiamo assistito a dei nuovi contagi e - effettivamente - vanno studiate meglio. Ma dire che il vaccino non funzioni è un po' troppo allarmistico. Questi vaccini sono policlonali, cioè danno un diverso numero di anticorpi sulla proteina Spike. Alcuni funzionano e altri no, comunque dobbiamo controllare meglio. È improbabile perchè di solito la proteina Spike cambia poco, così Le Foche. Che poi ha concluso: «Comunque molto lo fa anche la responsabilità individuale, anche se i cambiamenti improvvisi delle regole creano incertezza. Dobbiamo dare delle linee guida più chiare che non cambino così velocemente», ha dichiarato l'immunologo.

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