Il messaggio alla Regione: «Prima
della riapertura servono risposte o
faremo sentire la nostra voce»

Il messaggio alla Regione: «Prima della riapertura servono risposte o faremo sentire la nostra voce»
di Michele Bellucci
Giovedì 4 Giugno 2020, 11:38 - Ultimo agg. 21:28
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PERUGIA - Stanno cercano di aprire un dialogo con la Giunta Regionale le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo della regione, almeno quelli che hanno scelto di riunirsi nel gruppo Attrici Attori Danzatrici Danzatori Uniti dell'Umbria realizzando un vero e proprio manifesto che da qualche giorno si sta diffondendo tra gli addetti ai lavori. Una lettera chiara e propositiva, indirizzata alla Presidente Donatella Tesei, all’assessore alla programmazione europea Paola Agabiti e a tutti gli altri componenti della Giunta, che si potrebbe sintetizzare in poche righe: «Le radici della grave situazione emersa sono lontane, perché da ormai tanto tempo ci sono tagli alla cultura e chi lavora in questo settore sa bene di avere uno svantaggio. La pandemia ha solamente scoperchiato il vaso di Pandora e siamo in cerca di risposte». A parlare è Maria Chiara Tofone, appartenente al gruppo di professionisti fondato da Massimiliano Burini e Michelangelo Bellani, nato in stretta relazione con Attrici e Attori Uniti capace di riunire oltre 2.000 persone in tutta Italia. Il gruppo umbro condivide le stesse loro istanze ma osservandole nello specifico della regione, che mostra aspetti peculiari importanti: «Si sono creati in tutta Italia diversi movimenti, dai lavoratori della danza ai tecnici dello spettacolo. Ognuno si è riunito durante questi mesi per riflettere sulle proprie condizioni e per proporre qualcosa di diverso. Non occorrono per forza idee rivoluzionarie, basterebbe anche guardare semplicemente all’estero, con esempi come quello della Francia che sostiene in maniera continuativa chi lavora nell’ambito dello spettacolo. Del resto il dato di fatto è che tra uno spettacolo e l’altro i professionisti sono comunque al lavoro, per fare provini o creare nuove cose ad esempio, ma tale attività non viene vista e quindi non ci sono contributi né tutele. Noi ci siamo focalizzati a livello regionale sulla possibile creazione di un bacino professionale al quale attingere quando si investe sullo spettacolo dal vivo. È in fase di studio per capirne l’eventuale fattibilità e i punti critici, e vorremmo proporlo a livello territoriale, perché oggettivamente il percorso statale in tal senso sarà più lento». Il gruppo Attrici Attori Danzatrici Danzatori Uniti dell'Umbria sottolinea che l’offerta nella regione è abbastanza varia, andando da grosse manifestazioni che impiegano centinaia di professionisti come il Festival dei Due Mondi e Umbria Jazz, a tante altre realtà più piccole ma comunque di richiamo. Una situazione però che crea squilibri, perché «andando a vedere i finanziamenti pubblici che arrivano a certe strutture spesso emerge che tali fondi non ricadono su professionalità locali. Noi ad esempio siamo penalizzati nei confronti di chi propone cifre al di sotto dei minimi sindacali» sottolinea la Tofone. Handicap emersi con ancor maggior crudezza da marzo a questa parte, quando si è aperta la questione dell’accesso al bonus disposto dal governo: «Il requisito per richiederlo era di avere almeno trenta giornate riconosciute mentre la maggior parte dei lavoratori, soprattutto attori e attrici, a causa della scarsa regolamentazione del settore hanno da parte dell’INPS una dichiarazione di quindici giornate all’anno. Una beffa!».

“Siamo lavoratrici e lavoratori professionisti dello spettacolo dal vivo - si legge nel manifesto pubblicato e diffuso online a firma del gruppo e del SLC CGIL UMBRIA - Lavoriamo come Artisti e Formatori nelle discipline performative del teatro, della danza e della musica. Il nostro lavoro, ibrido e fluido, nonostante la sua natura atipica e in parte immateriale, è profondamente funzionale al processo evolutivo e culturale della società, come riconosciuto dalla Costituzione Italiana (Art.9 e Art.33). Siamo in collegamento diretto con la rappresentanza sindacale, le varie associazioni e i movimenti nazionali che si sono mobilitati, in seno all'attuale situazione di emergenza, per un radicale cambiamento del CCNL, per la tutela del lavoro professionale, e per riconoscere alla categoria delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo la stessa dignità e adeguate tutele di tutte le altre categorie”. Tra le varie richieste anche quella di un coinvolgimento diretto, insieme alle organizzazioni sindacali firmatarie del protocollo sulla sicurezza, nell'ideazione dei criteri circa la riapertura dei teatri, luoghi di creazione e rappresentazione, prevista per il 15 giugno: «Nel caso in cui non ci siano risposte prima della riapertura stiamo capendo come far sentire la nostra voce - anticipa Maria Chiara Tofone - L’ideale sarebbe creare un vero dialogo tra noi e i nostri datori di lavoro. Capiamo la loro difficoltà e non è certo idilliaca la visione che abbiamo: il teatro e l’arte in generale pensano di vedere nella ripartenza un nuovo sogno ma… se non si superano certe problematiche sarà del tutto inutile. Nessuno di noi può mettersi nella posizione di giudicare chi cerca di sopravvivere in questo momento delicato, a partire dagli imprenditori dello spettacolo. Dall’altra parte in virtù del grande sforzo che stiamo facendo è per noi impossibile tornare a lavorare in condizioni addirittura peggiori rispetto a prima. Perciò se si vuole parlare di riapertura lo si deve fare senza gravare nuovamente sui lavoratori, ma garantendo le giuste tutele e i giusti diritti». Intanto per domani sera, venerdì 5, è prevista una diretta Facebook con un confronto pubblico sul tema “Il lavoro nel settore dello spettacolo” (inizio alle 21.00); maggiori informazioni sulla pagina ufficiale Attrici Attori Danzatrici Danzatori Uniti dell'Umbria, che è possibile contattare anche scrivendo all’indirizzo aadumbriuniti@gmail.com.
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