Bambini picchiati alla scuola materna: a processo una maestra e una suora

Bambini picchiati alla scuola materna: a processo una maestra e una suora
di Egle Priolo
Mercoledì 9 Giugno 2021, 09:23
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CITERNA - Bambini picchiati, lasciati chiusi al buio o in bagno per ore. Bambini insultati, lasciati «piangere e urlare per lo sconforto» o imboccati per forza fino al vomito. Bambini presi a «scappellotti» o puniti premendo forchette sulle manine fino a lasciar loro i segni. Bambini a cui sono stati rovinati gli anni più spensierati e che, paradossalmente, sono stati salvati dalla pandemia e dal lockdown.

Dopo anni di soprusi e botte, però, le due maestre di una scuola materna in provincia di Perugia che hanno reso la loro vita un incubo sono state prima fermate e ieri rinviate a giudizio, con il processo che inizierà il prossimo 13 ottobre. Ad accusarle di abuso di mezzi di correzione, il pm Massimo Casucci che contesta alle due donne, di 57 e 75 anni, episodi avvenuti «da vari anni ed in corso fino al marzo 2020 (interruzione dell’attività scolastica a seguito di emergenza epidemiologica Covid-19)». In pratica è stata la prima ondata della pandemia a interrompere l’inferno che per varie ore al giorno questi bambini, tra i 5 e gli 11 anni, erano costretti a subire. A rendere il racconto anche più odioso, il particolare che una delle due maestre sia una suora. Che con la collega, se le accuse dovessero essere confermate, avrebbe provocato «pericoli di malattia, nella forma del disagio psichico, per i minori coinvolti, in alcuni casi anche con manifestazioni patologiche (diarrea, sindrome da stress, attacchi di pianto irrefrenabile)».

I bambini, infatti, tornavano a casa ed erano sempre più nervosi: la denuncia dei genitori (assistiti ora come parti offese, tra gli altri, dagli avvocati Daniela Casaccia, Giuseppe De Lio e Delfo Berretti) e le indagini dei carabinieri hanno posto fine ai maltrattamenti che il pm descrive come «atti di violenza fisica, morale e psicologica e tenendo verso i medesimi atteggiamenti aggressivi e violenti, percuotendoli e ingiuriandoli, sottoponendoli a situazioni di sopraffazione tali da rendere la loro vita scolastica particolarmente dolorosa». Tra capelli e le orecchie tirate «come forma punitiva», i pannolini non cambiati e pure uno schiaffo che, con un anello, ha fatto uscire sangue dal labbro di uno dei bambini. E poi gli insulti: «Ma quanto sei tonto, vergognati», anche solo per un errore nei disegni. Accuse come sempre tutte da dimostrare – le due insegnanti sono difese dagli avvocati Flavio Grassini e Diego Duranti - ma davvero terribili e pesanti che hanno scioccato la comunità, tra gli otto bambini e i genitori parti offese. Nella speranza che niente di tutto questo resti nella mente dei più piccoli. Vittime incolpevoli, che meritano solo istruzione, gioco e serenità.

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