I commercianti solidali a Terni:
«Coprifuoco, chiudiamo tutti alle 18»

I commercianti solidali a Terni: «Coprifuoco, chiudiamo tutti alle 18»
di Aurora Provantini
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 10:30
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TERNI «Con la chiusura alle 18 di bar e ristoranti non si fermano i contagi, si blocca l’economia». Su questo si trovano d’accordo tutte le associazioni di categoria. Per Daniele Stellati, direttore di Confesercenti, «la stretta sui pubblici esercizi è una mazzata che avrà ripercussioni su tutte le attività produttive, infatti sia i negozi di prossimità che i centri commerciali si stanno svuotando. La gente non gira, mandando in sofferenza circa 1.500 esercizi commerciali». «Vedere le saracinesche di caffè abbassate, sta generando un effetto boomerang su tutto il resto: le vendite precipitano e le preoccupazioni salgono. E’ in questo momento che l’amministrazione comunale deve intervenire con misure a sostegno di una categoria fortemente colpita, rivedendo anche l’impostazione degli eventi di Natale». L’associazione “Terni al centro” lancia l’idea di rimodulare gli orari dei negozi (un continuato con chiusura alle 18) per due ragioni: «essere solidali con le attività costrette a chiudere a quell’ora, dimostrare al Comune che con le vetrine spente il centro muore». 
Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni, è certo che «le nuove misure metteranno definitivamente in ginocchio un comparto già in difficoltà sul piano economico, ora in crisi anche sul piano sociale e psicologico, venendo meno certezze normative ed operative». «I commercianti incontrano difficoltà nel rimanere aperti. Lo scenario è complicato: questa seconda chiusura, seppure parziale, è insostenibile per tutti. Il ruolo delle istituzioni di prossimità è importante – sottolinea Lupi – per questo sollecitiamo Comuni e Regione a mettere in campo da subito azioni raccordate, utilizzando le risorse disponibili per iniziative volte a sostenere gli imprenditori, gli artigiani e le partite Iva. Tutto anche per prevenire il diffondersi di fenomeni illegali. In questo momento il welfare di comunità cittadina rappresenta una priorità sul piano politico. Bisogna intervenire in modo mirato a livello territoriale, con sostegni concreti, modificando, per quanto possibile, anche le politiche di bilancio. Abbiamo chiesto ai Comuni della provincia di consentire l’accesso gratuito nelle zone a traffico limitato per tutti gli operatori impegnati con le consegne a domicilio. Da ultimo lanciamo un invito ai nostri concittadini a comprare nei negozi di prossimità, dimostrando solidarietà e vicinanza a questo comparto in difficoltà». 
Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Terni, esprime preoccupazione per la situazione sanitaria, ma sostiene anche che «la rincorsa ai mezzi di contenimento proposti dal Cts e adottati da Governo e Regione, in ordine sparso e a volte contraddittorio, sta disorientando gli artigiani e i piccoli imprenditori». «Nei mesi passati – segnala Franceschini – le aziende hanno adottato, sopportandone i costi, le misure di contenimento dei contagi.

Si aspettavano, legittimamente secondo gli impegni assunti dal Governo, l’adozione di piani per migliorare la sanità in vista della pronosticata seconda ondata». «Incomprensibili» le misure introdotte nel nuovo Dpcm anche per Laura Dimiziani, Cna Umbria: «non si puo’ chiedere alle aziende nuovi sacrifici». Per Carlo Salvati, presidente Confapi, «questo semi- lockdown è l’accelerazione di una crisi già esistente nel settore manifatturiero, che ci portano dietro da anni».

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